Il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (Snpa) ha rilevato come il 7,1% del suolo nazionale sia consumato da opere di cementificazione, rispetto a una media Ue del 4,2%; ciò ci posiziona come quinto peggior Paese d’Europa.
A livello regionale, la Lombardia raggiunge il 12,1% di occupazione, seguita dall’11,9% del Veneto e dal 10,3% della Campania. L’Emilia Romagna, tragicamente colpita in queste settimane da alluvioni e frane, tra il 2020 e il 2021 è stata la terza Regione per consumo di suolo, con un incremento di 658 ettari ogni anno.
Il consumo di suolo in Italia, solo nel 2021 ha superato la soglia dei 2 metri quadrati al secondo, sfiorando i 70 Km2 di nuove coperture artificiali in un anno (edifici, infrastrutture, insediamenti commerciali, logistici, produttivi, ecc).
Nel Bel Paese, purtroppo, alimentata anche da ragioni economiche, è particolarmente diffusa la propensione alla cementificazione rispetto a scelte urbanistiche di carattere più sostenibile (nature based solution).
Le opere di depavimentazione, specie in nord Europa, ad esempio, sono alla base di molti interventi di rigenerazione urbana: prediligere il verde all’asfalto, infatti, rende il terreno più drenante in caso di forti piogge e aiuta a combattere il caldo durante i periodi di siccità e afa, oltre a rendere più verdi gli spazi urbani.
Una propensione tutta italiana, quindi, incompatibile con l’emergenza climatica in atto.
“La rigenerazione urbana riguarda una serie di misure e investimenti, pubblici o privati, volti a creare un impatto positivo in aree urbane poco sviluppate o degradate - commenta Alessandro Gatti, Presidente di Rehalta -. In termini macroeconomici, si tratta di uno degli strumenti più completi ed efficaci che i governi possono utilizzare, non solo per guidare lo sviluppo economico, ma anche per promuovere città più inclusive, resilienti e sostenibili. Ne conseguono anche un aumento del valore delle proprietà immobiliari, si generano risparmi energetici che portano a una riduzione delle emissioni di C0₂, andando a valorizzare gli edifici locali, per rendere più belli i quartieri e migliorare la qualità della vita”.
La quasi totalità degli interventi di Rehalta prevede la rigenerazione di vecchi stabili obsoleti, o la riconversione a residenziale di immobili commerciali o artigianali in disuso, oltre allo sblocco di cantieri fermi, per completarli. I progetti consegnati o in lavorazione nel 2023 prevedono complessivamente 126 abitazioni.
“Rehalta ha in questo momento cantieri in corso d’opera per un totale (in vendita) di 62 milioni di euro. È previsto l’investimento di altri 40 milioni complessivi nei prossimi 18 mesi. Attualmente siamo in fase di rigenerazione a Milano Affori, in via Astesani, con la costruzione di un edificio residenziale al posto di un fondo commerciale chiuso e sistemazione di un’area verde per la collettività. A Sanremo, il cantiere abbandonato di Villa Fiorita oggi è un’elegante residenza con parco e ci occuperemo anche di un vecchio immobile abbandonato che affaccia sul porto per valorizzarlo. A Bordighera in pieno centro, uno stabile in disuso con posteggio dismesso per le ambulanze, diventerà un’elegante residenza. A Monza abbiamo sostituito un vecchio capannone con una residenza circondata dal verde. Abbiamo inoltre progetti a Volterra, dove interveniamo in un cantiere bloccato con un completamento delle opere e una valorizzazione; mentre a Carate Brianza un vecchio capannone artigianale chiuso da molti anni lascerà spazio a eleganti ville con giardino. In tutti i progetti vengono create ampie zone di verde, spesso a uso della collettività, posteggi, strutture residenziali a basso impatto ambientale, per i materiali utilizzati, le caratteristiche architettoniche e il livello energetico (per di più classe A4), ad elevato comfort abitativo e rispettose della storia e dell’ambiente circostanti. Vogliamo creare valore impattando il meno possibile sul suolo, preservando il verde e alimentandolo” conclude Gatti.
L’importanza della rigenerazione urbana e dello stop al consumo di suolo è dimostrata anche dall’impegno dell’esecutivo che ha inserito un fondo da 160 milioni nella Legge Bilancio 2023 su questo tema. “Lo stanziamento complessivo, per gli anni dal 2023 al 2027 previsto al comma 695 è articolato in 10 milioni di euro per l’anno in corso, 20 milioni nel 2024, 30 milioni nel 2025 e 50 milioni in ciascuno degli anni 2026 e 2027. A maggio è stato presentato un disegno di legge al riguardo . La tematica è di strettissima attualità, speriamo che l’impianto legislativo possa davvero rappresentare un passo concreto verso un approccio generalizzato più sostenibile, in favore di un’urbanistica più attenta al verde, al benessere e al futuro” commenta Luca Di Paola, AD di Rehalta.
Ulteriori numeri sulla rigenerazione urbana della Lombardia – fonte ISPRA “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” - anno 2022 Nel 2022 la superficie di territorio della Lombardia interessata da ambiti di riqualificazione urbanistico-territoriale è stata pari a 310 Km 2 , in calo del 44% rispetto ai 557 Km 2 del 2014, e corrisponde a poco meno dell’11% dell’intero suolo antropizzato della regione. Di questa superficie, il 30% circa riguarda ambiti di trasformazione territoriale (90,5 Km 2 ), il restante 70% afferisce alla rigenerazione urbana (221 Km 2 ). Le province di Bergamo e Pavia riscontrano un incrementato della superficie di trasformazione, oggi giunta a quota 35%, mentre la città metropolitana di Milano mantiene il primato degli ambiti di rigenerazione con il 32% delle superfici, in calo del 4% rispetto al 2014.