Lunedì 6 Maggio 2024

Allarme cibi tossici: dai mandarini turchi al pollo polacco. "Ecco la black list"

I prodotti pericolosi perché contengono residui chimici quali microtossine, metalli pesanti, inquinanti microbiologici, diossine o additivi e coloranti. La lista di Coldiretti

Cibi tossici

Cibi tossici

Uno dei (tanti) risvolti preoccupanti dell’inflazione è l’aumento di prodotti alimentari importati. Mentre lievitano i costi in Italia, sempre più si affidano le spese a mercati esteri e low cost. Questo fa sì che sugli scaffali dei supermercati d’Italia, e dell’Unione Europea tutta, finiscano dei cibi tossici - e in alcuni casi si tratta anche di prodotti spacciati per nazionali. A portare a galla questo problema è Coldiretti, sulla base dell'ultimo Rapporto Annuale della Commissione Europea sul Sistema di allerta rapido europeo (Rasff) pubblicato nel 2022.

Allarme cibi tossici: ecco la ‘black list’

L’80% degli allarmi alimentari inviati dall’Italia all’Ue riguarda cibi di provenienza estera. Il totale delle segnalazioni, tra l’altro, è aumentato del 31% (389 notifiche in tutto). Queste informazioni vengono dal dossier redatto da Coldiretti, in occasione del XX Forum Internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione in corso a Villa Miani (Roma). 

Nello stesso documento viene stilata la ‘Black List dei cibi più pericolosi’ che si possono banalmente trovare sugli scaffali del supermercato. Sono prodotti pericolosi perché su essi si trovano residui chimici quali micotossine, metalli pesanti, inquinanti microbiologici, diossine o additivi e coloranti.

Agrumi, carne di pollo, pepe e sesamo

Tra i cibi che troviamo in cima alla ‘lista nera’ di Coldiretti c’è la carne di pollo low cost di origine polacca, insieme a mandarini e pompelmi provenienti dalla Turchia. Tra gli alimenti pericolosi di origine turca troviamo pure i peperoni. Occhi puntati anche sul pepe nero brasiliano, contaminato da Salmonella, e i semi di sesamo dall’India. Specialmente quest’ultimo prodotto poi, è molto in voga nelle diete salutiste. 

Tornando agli agrumi, un triste primato è quello delle arance egiziane, che ora fanno anch’esse parte della ‘black list’ a causa di residui di pesticidi non autorizzati nell'Ue, come il Chlorpyrifos. Spesso poi queste arance vengono vendute come prodotto nazionale. Altro tasto dolente sono le arachidi, sempre egiziane, che hanno fatto registrare un elevato contenuto delle aflatossine, che sono cancerogene. Stesso rischio è legato ai fichi secchi turchi, i pistacchi iraniani e le arachidi dagli Usa. 

I rischi del mercato globalizzato

Volendo fare una classifica dei Paesi più pericolosi, in termini di importazioni alimentari, in testa ci sarebbe senza dubbio la Turchia. E’ presente per ben tre volte nella top ten dei cibi più pericolosi, oltre che responsabile del 13% degli allarmi alimentari scattati in Europa. Seguono l’India e la Polonia, che insieme rappresentano invece un 8%. Un numero che può sembrare trascurabile, ma non lo è: solo nei primi otto mesi del 2022 le importazioni di carne di pollo dalla Polonia sono schizzate a +126% rispetto al 2021, per un totale di 15 milioni di chili (dati Istat). 

Forti preoccupazioni vengono anche dalla Cina: quasi la metà delle notifiche relative ai materiali a contatto con gli alimenti riguardano prodotti cinesi. Il problema in questo caso è la presenza di sostanze non autorizzate nei materiali di plastica, come il bambù e la migrazione di ammine aromatiche, melamina, formaldeide, eccetera. L’Unione Europa ha lanciato un’azione specifica di controllo sui materiali che contengono polvere di bambù. In primis perché stando a contatto con gli alimenti rischiano di contaminarli, ma questi packaging tendono anche a ingannare il consumatore, passando per prodotti naturali ed ecologici, quando in realtà rappresentano un pericolo per la salute.   

Caso Ue-Mercosur: "Così apriremo le porte a duecento pesticidi diversi"

"Occorre garantire che le importazioni di prodotti da paesi terzi rispettino gli stessi standard sociali, sanitari e ambientali delle produzioni italiane ed europee". Così il presidente Coldiretti, Ettore Prandini, che si afferma anche sull'importanza di assicurare "un principio di reciprocità nei rapporti commerciali, a partire dal trattato Ue-Mercosur (trattato di libero scambio tra l'Unione Europea e alcuni paesi del Sud America quali Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay, ndr), che rischia di aprire le porte a prodotti che utilizzano più di 200 pesticidi non autorizzati, oltre ad aumentare la deforestazione e l'inquinamento, mettendo in ginocchio le imprese agricole europee". Fermo restando che l’allarme sui cibi importati e tossici «non riguarda solo i Paesi in via di sviluppo, anzi. Per effetto della globalizzazione degli scambi e della competizione al ribasso sui prezzi, si estende anche a quelli più ricchi".