Venerdì 26 Aprile 2024

Burocrazia, quanto ci costi. Le piccole imprese soffocate dai controlli

Subiscono in media una verifica ogni tre giorni da Fisco, Inps ed enti vari. Un accanimento che costa 7mila euro l’anno a ogni azienda

Grafico: le piccole imprese soffocate dai controlli

Grafico: le piccole imprese soffocate dai controlli

Roma, 21 ottobre 2019 - Le piccole e medie imprese rischiano in media di subire 122 controlli l’anno da parte di 19 soggetti pubblici differenti. È solo l’ultimo paradosso di quel mostro a molte teste che è la burocrazia italiana, che fa dannare milioni di imprenditori e lavoratori autonomi. E che, nelle versione della «mala-burocrazia», costa più di 31 miliardi di euro, come somma di risorse finanziarie, ore di lavoro e personale dedicati, tempo infinito perso. Con un «prezzo» medio per soggetto economico di circa 7mila euro l’anno.

A tirare fuori l’ultimo, aggiornato, conteggio sulla «controllite acuta» che perseguita le pmi di casa nostra sono i tecnici della Cgia di Mestre. Tra Inps, Inail, Ispettorato Nazionale del Lavoro, Agenzia delle Entrate, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Guardia di Finanza, Aziende/Unità sanitarie locali, Vigili del Fuoco, Camere di Commercio, Autorità garante della Privacy, Carabinieri forestali, Nas, Noe, Siae e via di seguito, ogni impresa può subire visite e accertamenti ogni tre giorni, festivi e domeniche incluse. Il risultato è che «con un coacervo di norme spesso incomprensibili e in parecchi casi in contraddizione fra loro – accusa Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi degli artigiani di Mestre – qualsiasi imprenditore, soprattutto se piccolo, corre il pericolo di non essere mai in regola. L’ipotesi di un controllo è vissuto dal titolare come un incubo che getterebbe nel panico chiunque».

L’ambito nel quale si concentra la maggior parte dei controlli è quello relativo all’ambiente e sicurezza (60 verifiche su impianti, scarichi, rifiuti, antincendio). In materia fiscale, il numero dei controlli scende a 30; mentre per il lavoro si arriva a 21 e nel comparto amministrativo a 11. Tutto rientra nel più ampio buco nero della «mala-burocrazia» in senso lato. «È la principale nemica di chi fa impresa – insiste Zabeo –. Sempre più soffocata da timbri, carte e modulistica varia, questa Via Crucis quotidiana costa a ogni pmi mediamente 7mila euro l’anno».

1 - Tempo: 190 giorni per gli adempimenti

In termini di tempo, gli adempimenti burocratici, secondo un’indagine di Assolombarda, «costano» alle piccole e medie imprese, rispettivamente, tra i 45 e i 190 giorni da parte di un collaboratore dedicato solo a seguire il dossier

2 - Denaro: il 4% del fatturato assorbito dalle carte

Il peso della burocrazia sul fatturato tocca il 4% per le piccole imprese (2,1% per le medie). Secondo uno studio di Assolombarda, le procedure ambientali risultano le più lunghe e complesse: si arriva a circa 400 ore/uomo per l’istruttoria e la predisposizione della domanda 

3 - Attesa: 7 mesi e mezzo per l'ok a un capannone

L’ok alle autorizzazioni richiede da 1 a 5 anni. Secondo l’Ocseoccupiamo, tra i Paesi dell’area, il quart’ultimo posto per quanto concerne il numero di giorni necessari per ottenere il permesso per la costruzione di un capannone (227,5 giorni, pari a 7,5 mesi)

4 - Freno: autorizzazioni-lumaca

Secondo l’analisi dei dati di Eurobarometro Ue la complessità delle procedure amministrative è ritenuto un problema dall’84% degli imprenditori in Italia, oltre venti punti superiore al 60% della media Ue. In Germania è al 51%, in Spagna al 46% e nel Regno Unito al 19%

5 - Giungla: emanate oltre 136mila leggi

Sulla burocrazia pesa l’enorme mole di leggi nel nostro Paese. Una ricerca in Normattiva – il portale della legge vigente dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato – evidenzia che, al 6 giugno 2018, sono vigenti 136.987 atti normativi pubblicati dal 6 giugno del 1918

6 - Macigno: il Mezzogiorno in difficoltà

Confartigianato evidenzia che i problemi maggiori si riscontrano al Sud: il Mezzogiorno presenta un valore dell’Indice della burocrazia superiore del 48,2% a quello del Centro-Nord. Al Mezzogiorno è 704,9, al Centro 572,7, al Nord-Ovest 438 e al Nord-Est 384,5

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