Lunedì 29 Aprile 2024

Perché i Btp Valore febbraio 2024 vanno a ruba? Il confronto con gli altri titoli e il ruolo di inflazione e tassi

La domanda ha sfiorato i 17 miliardi di domanda in quattro giorni. La terza emissione sta avendo risultati migliori rispetto alle previsioni. Ecco alcuni motivi

Roma, 29 febbraio 2024 – Nei primi tre giorni ci collocamento i Btp Valore di febbraio 2024 hanno eguagliato e superato, i seppur già lusinghieri, risultati del collocamento delle due precedenti emissioni. Nonostante la (leggera) frenata del terzo giorno (rispetto alla prima emissione) il computo complessivo delle sottoscrizioni da lunedì a oggi è stato di ben 16,93 miliardi. Ma quali sono i motivi di un tale successo? Proviamo a ragionarci. 

Perchè i Btp Valore febbraio 2024 stanno andando a ruba
Perchè i Btp Valore febbraio 2024 stanno andando a ruba

Il successo dei Btp Valore

Come ormai arcinoto i Btp Valore sono dei Buoni del tesoro pluriennali a rendimenti crescenti riservati ai piccoli risparmiatori: le persone e non investitori istituzionali come Banche e Fondi. Il collocamento si concluderà (salvo decisione di chiudere in anticipo la sottoscrizione), venerdì 1 marzo alle 13. Da notare che nella prima emissione (durata 4 anni) tassi furono uguali all’emissione di febbraio 2024: del 3,25% per i primi due anni e del 4% per i successivi due. Nella seconda emissione (ottobre 2023 con durata 5 anni) i rendimenti vennero fissati a livelli superiori a questa emissione: al 4,1% per i primi tre anni e al 4,5% per i due anni successivi.

Titoli “sicuri”

Il primo fattore riguarda “la sicurezza” di un investimento. Per “perdere i soldi” occorre che lo Stato non riesca più a onorare le cedole. questo in pratica equivarrebbe a un fallimento (i tecnici lo chiamano default) scenario (come accaduto in passato all’Argentina) che per l’ottava potenza economica mondiale appare allo stato attuale altamente improbabile (nonostante il debito pubblico del paese).

Capitale garantito

I Btp valore sono buoni a “Capitale garantito” cioè il sottoscrittore sa che al termine avrà “almeno” indietro la somma inizialmente investita.

Le cedole trimestrali

Un ulteriore vantaggio del Btp sono le cedole trimestrali. Infatti ogni 3 mesi vengono versati sul conto del sottoscrittore i rendimenti che per il Btp Valore di febbraio 2024 sono del 3,25% per i primi 3 anni e del 4% per i tre successivi. Un rendimento che, calcolato sui 6 anni, è pari al 3,77 per cento. Non bisogna dunque, come per altri prodotti finanziari, aspettare il termine dell’investimento pluriennale per raccoglierne i frutti. A questo va aggiunto il premio finale di fedeltà (per chi non “rivende” i Btp prima) dello 0,7% sul capitale sottoscritto.

Il ruolo dell’inflazione

Nel decidere un investimento un ruolo primario ha sempre la valutazione dell’inflazione. Se infatti il costo della vita è superiore ai rendimenti allora, nonostante le cedole, ci sarà una “perdita finale reale”. Attualmente l’inflazione annuale è intorno 6% (sopra i rendimenti del Btp Valore) ma per i prossimi mesi è prevista in calo e si prevede che fra il 2024 e il 2025 posa, complici anche le politiche monetarie della Bce, tornare intorno al 2,5%-2%: valori inferiori ai rendimenti del Btp Valore. Logico dunque che con questi scenari un “investimento sicuro” con tassi superiori all’inflazione possa rappresentare un affare accettabile per molti.

L’aiuto all’Italia

Non c’è nemmeno da escludere il fattore “senso di appartenenza”. Comprando i Btp infatti sostanzialmente si prestano soldi allo Stato che grazie a questi può effettuare alcune politiche e investimenti. prestiti di cui l’Italia ha ancor più bisogno in un quadro in cui, dopo la fase di aiuto del periodo Covid, la Bce quest’anno non acquisterà più Titolo di Stato dei Pesi membri.

Il confronto con gli altri Btp

I Btp Valore febbraio 2024 danno rendimenti migliori rispetto d altri Btp sottoscritti attualmente. Il Sole 24 Ore ha fatto una comparazione con il Btp a scadenza 1 marzo 2030 (cedola 1,75% e prezzo 100,39) oppure con il Btp 15 giugno (cedola 1,85% e prezzo 101,1) che offrono un rendimento del 3,45% e del 3,53% . Su un investimento di 10mila euro corrisponde a 25-30 euro in più rispetto alla cedola del Btp tradizionale di pari durata. Rispetto al Btp Italia con rendimento agganciato all’inflazione a scadenza giugno 2030 (prezzo corrente 94,7 e cedola minima garantita dello 0,8%), un rendimento al prezzo corrente del 3,42%, la cedola pagata dal Btp Valore risulta superiore di 35 centesimi (circa 35 euro per un investimento di 10.000 euro).

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Il calo dei tassi

Anche il calo dei tassi della Bce che gli analisti prevedono la Banca centrale europea opererà nei prossimi anni dopo le ultime politiche di rialzi per contenere l’inflazione. Ciò comporterà che i rendimenti per altri tipi di investimenti caleranno. Quindi bloccare oggi rendimenti del 3,25% per i prossimi 3 anni e del 4% per i tre successivi può attualmente apparire un buon affare

Tassazione e commissioni

Per il Btp Valore, in questo caso come per tutti i titoli di Stato, la tassazione è pari al 12,5%; da sottolineare anche che il titolo non è soggetto alle imposte di successione e non è prevista alcuna commissione bancaria a carico degli investitori che lo acquistano all’emissione.

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