Mercoledì 24 Aprile 2024

Biblioteca e servizi di supporto filosofico Geico Taikisha investe sui dipendenti «Un nuovo umanesimo in fabbrica»

Francesco Gerardi

MILANO

IL MILIARDARIO americano Mark Cuban, imprenditore nel settore tecnologico e proprietario della franchigia Nba dei Dallas Mavericks, in una recente intervista alla Abc ha profetizzato: «Tra dieci anni la laurea in filosofia varrà molto di più di una in informatica». Ipse dixit. Che gli studi filosofici, dopo un lungo periodo di segregazione accademica nella riserva indiana delle facoltà umanistiche, stiano vivendo una rinascita, è sotto gli occhi di tutti. Il ritorno di Platone, Hegel & co. sulla scena pubblica è evidente anche in Italia, con le piazze affollate del Festival di filosofia, il successo dei classici del pensiero e gli ubiquitari interventi dei filosofi nei dibattiti televisivi.

MA NON FINISCE qui. La filosofia sembra essere arrivata persino in azienda, grazie alle audaci iniziative di qualche imprenditore illuminato, come l’italopersiano Ali Reza Arabnia, presidente e ad di Geico Taikisha, il colosso mondiale degli impianti di verniciatura per l’automotive di Cinisello Balsamo, nel milanese. Arabnia non è certo nuovo a progetti di questo tipo. Chi lavora per lui racconta di un manager attento al benessere psicofisico dei dipendenti e fautore di un nuovo umanesimo in fabbrica che metta al centro l’uomo e le sue esigenze più profonde.

GEICO, per dirne una, ha una biblioteca aziendale di 2mila volumi che spaziano dalla saggistica alla narrativa alla poesia e collegata a una rete di altre 53 biblioteche. Da due anni è nato il progetto ‘Focus persona’, che ha messo a disposizione dei lavoratori un servizio di counseling filosofico: una pratica che si propone di osservare i problemi personali sotto una luce nuova e dare una risposta alla domanda di senso che ognuno ha in sé.

Elena Belladelli, laureata in filosofia al San Raffaele e diplomata della Società italiana di counseling filosofico, è la counselor che si è presa cura dei dipendenti di Geico.

Che cosa fa un filosofo in azienda e come è stata accolta?

«All’inizio mi sono impegnata per essere percepita non come un soggetto giudicante, che punta il dito, ma come qualcuno che offre la possibilità di rendere di più e stare meglio, trovare modalità nuove per interagire con i colleghi, risolvere preoccupazioni sul presente e sul futuro, dare un senso a questioni importanti, eccetera. Una volta superato il muro di diffidenza, il dialogo è andato molto bene».

È un percorso individuale?

«Sì, a parte gli incontri iniziali in cui ho spiegato cosa avrei fatto, ogni dipendente ha dieci colloqui con me. La cosa magnifica è che avvengono in una stanza dell’azienda che smette di essere un luogo di business per diventare un metaluogo, uno spazio intimo di riflessione interiore, nel bel mezzo della fabbrica. L’intento era quello di integrare questi due aspetti».

Quali risultati si ottengono portando il pensiero filosofico nel mondo del lavoro?

«Io e l’azienda abbiamo visto un cambiamento. È un enorme investimento sulle persone che, come sempre in questo campo, non è facilmente misurabile, ma c’è, in termini di benessere, libertà, serenità e chiarezza interiori».

© RIPRODUZIONE RISERVATA© RIPRODUZIONE RISERVATA

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro