Venerdì 26 Aprile 2024

Viaggio nella metro assediata E ora i ladri rincorrono le guardie

Cittadini e troupe televisive filmano i reati. Le borseggiatrici agli agenti: "Aiutateci, siamo perseguitate"

Migration

di Marianna Vazzana

MILANO

"Aiutateci, ci perseguitano". Pare un mondo al contrario quello in cui quattro borseggiatrici professioniste corrono incontro ai poliziotti in borghese avvistati sulla banchina della metropolitana Duomo a Milano. Da chi scappano? Da troupe televisive e squadre di cittadini che le filmano per poi pubblicare le loro gesta. Così nell’eterna lotta tra guardie e ladri capita che i secondi si sentano prede e chiedano aiuto alla stessa polizia, mentre ogni giorno è scandito da inseguimenti tra tornelli e treni e il dibattito politico resta caldo tra chi punta il dito contro la presunta "violenza" che consisterebbe nel filmare le persone sorprese a rubare sui mezzi pubblici e nel diffondere i video su pagine Instagram con centinaia di migliaia di follower (in questo caso, ’Milanobelladadio’) e chi invece critica coloro che proteggerebbero la privacy dei manolesta a discapito di cittadini e turisti derubati o potenzialmente vittime.

La scena da commedia prende vita sulla linea rossa. Le donne che chiedono aiuto, tra i 20 e i 35 anni, di origine bosniaca e incinte, dopo essere corse incontro alla polizia vengono tutte accompagnate negli uffici della Polizia metropolitana per accertamenti. In un paio d’ore, altre cinque ventenni vengono ’pizzicate’ alla fermata Garibaldi, linea verde. E un’altra a Cadorna nel punto di passaggio che separa le linee rossa e verde. Il totale è undici. E otto di loro sono già state colpite da Daspo: un divieto di avvicinamento alle stazioni della metropolitana e alle aree vicine. Ma le denunce non bastano a fermarle.

Non c’è tregua per gli agenti della Polmetro in borghese e in divisa che ogni giorno tengono gli occhi aperti per contrastare borseggiatori, molestatori e non solo. In totale 38 operatori attivi dalle 7 alle 23.30, su tre turni. Un servizio nato nel 1987 con il primo presidio alla fermata San Babila, trasferito alla stazione Duomo nel nel 1994 e, da un anno (il 17 marzo l’anniversario) a Cadorna. "I borseggiatori prediligono i punti affollati e le stazioni di interscambio" spiega il vice questore aggiunto Claudio Pietro De Filippo. La maggior parte sono donne in dolce attesa o neo mamme. Il profilo ideale per aggirare la legge, in particolare l’articolo 146 del codice penale che stabilisce il rinvio della pena per donne incinte o con bimbi piccoli. Il caso delle ladre, spesso l’ultimo anello di una catena criminale che le sfrutta. "Ma può capitare che il gip disponga di sua iniziativa la custodia cautelare in carcere, se la persona è recidiva".

Il metodo ’classico’ per rubare è questo: si agisce sempre in gruppo e, dopo aver avvistato una potenziale preda, le borseggiatrici la accerchiano. Una si avvicina a distrarla dando il tempo a una complice di sfilare portafoglio o smartphone dalla borsa o dalla tasca. Il contante sparisce subito, in mano a una terza ladra che non sale mai sul treno. Colpo grosso giovedì 9 marzo alla fermata Garibaldi: a un 55enne del Qatar, è stato rubato il portafoglio con 11mila euro e 450 dollari. Tutti i soldi per il suo viaggio a Milano. Le manolesta cercano solo quelli: i contanti. Portafogli e documenti vengono gettati in cestini dell’immondizia o tra binari morti.

Ma non finisce qui, perché a rovistare in questi luoghi arrivano poi gli sciacalli che raccolgono carte di credito (sperando non siano ancora state bloccate) o documenti, perché i dati di ignari sconosciuti possono far comodo per organizzare truffe on line. "Non distrarsi mai e tenere sempre le borse ben chiuse, davanti a sé" i consigli dei poliziotti. E non abbassare la guardia neppure se la persona di fianco a sé infila la mano nella propria borsa. Perché quella delle ladre, di solito, è vuota e bucata ad arte per poter rovistare dentro quelle altrui.