Mercoledì 24 Aprile 2024

Via dalla crisi, il Pil mette il turbo Ora corriamo come ai tempi d’oro

L’Istat rivede al rialzo le stime per il 2021: +4,7%. Era dal 1988 che l’economia non andava così forte

Un tasso di crescita così forte, a parte gli anni d’oro del Boom economico, non si vedeva dal 1988. E invece eccolo messo nero su bianco dall’Istat che ha rivisto al rialzo le pur ottimistiche previsioni degli altri grandi centri internazionali, dall’Ocse al Fmi, puntando dritto su un aumento del Pil che quest’anno potrebbe sfiorare il 5%. Siamo al 4,7%, con un incremento che nel 2022 dovrebbe assestarsi sul 4,4%. L’effetto rimbalzo dovuto al crollo Covid. Anche l’agenzia di rating Fitch ha ritoccato all’insu i dati sulla crescita relativi all’Italia (+4,8% nel 2021 rispetto al 4,5) e ha confermato il giudizio – il rating appunto – sul livello precedente BBB-, con prospettive stabili.

Ma c’è anche dell’altro: una forte spinta alla rinascita dopo l’anno orribile della pandemia. Quell’aria di ripresa sottolineata dal premier, certificata dal governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, e rilanciata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel discorso del 2 giugno. Fra i fattori che spingono l’azienda Italia ci sono anche le aspettative legate alla dote di oltre 250 miliardi del Recovery fund. Risorse che potrebbero rendere agevole il traguardo del Pil a +4,8% previsto dal governo nel Def. Oltre mezzo punto in più rispetto al 4,2 previsto dalla Commissione europea e al 4,3% del Fondo monetario. Ma che cosa sta rimettendo in moto l’Azienda Italia? Prima di tutto il settore manifatturiero, tradizionale punto di forza dell’export, che segnala incrementi di produttività di oltre 20 punti. Certo, c’è ancora da scontare il crollo del mercato dell’auto dovuto al lockdown. Ma è prevista una forte crescita degli investimenti (per i quali quest’anno si prevede un balzo del 10,9% e poi dell’8,7%) e della spesa delle famiglie (consumi +3,6% nel 2021 e +4,7% l’anno prossimo). Buone notizie anche dal fronte dell’edilizia e delle costruzioni, altro tradizionale traino dell’intera economia: secondo l’Ance, quest’anno dovrebbe chiudersi con un aumento dell’8,6% per gli investimenti in costruzioni e un effetto sull’economia di quasi 2 punti di Pil. Merito anche del Superbonus 110% per il comparto ristrutturazioni.

Infine, il mercato del lavoro: l’evoluzione dell’occupazione "sarà in linea con quella del Pil, con una accelerazione" nel 2021 (+4,5%) e un aumento nel 2022 (+4,1%). Paradossalmente, aumenta il tasso di disoccupazione. Ma si tratta di un effetto statistico, dovuto al fatto che con la normalizzazione in atto nel sistema economico gli italiani sono tornati a cercare un lavoro dopo essere stati per mesi in lockdown. Il tasso di disoccupazione è previsto in lieve calo nel 2022, al 9,6%. Con gli ultimi dati di aprile si è segnato un incremento di oltre 120mila occupati rispetto a inizio anno, ma sono ancora 800mila posti di lavoro bruciati dal Covid. Vede rosa il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che parla di una prospettiva di "ripresa sostenuta". Più cauta la Cgil, preoccupata per l’andamento dell’occupazione: "Bisogna scommettere anche sulle politiche ordinarie e non solo sui fondi del Pnrr". Infine il Codacons: "Devono ripartire i consumi delle famiglie".

Antonio Troise