Martedì 30 Aprile 2024

Rubinetterie Ponsi, venduta la produzione. «Ora l’incontro con la nuova proprietà»

Lo storico marchio va alla bresciana Eros. Pocai (Fiom): «L’azienda resta qui»

Uno sciopero degli operai Ponsi (Foto d'archivio Umicini)

Uno sciopero degli operai Ponsi (Foto d'archivio Umicini)

Viareggio, 21 dicembre 2014 - Tutto è nato da Viareggio, con «Viareggio». La prima collezione plasmata nel 1935 nella fonderia che Pellegrino Ponsi rilevò in via Puccini. Il collo di cigno, le maniglie all’italiana a quattro punte: un sigillo di eleganza esportato ancora oggi in tutto il mondo che sfatò il cliché «la classe non è acqua». Da febbraio – 80 anni esatti dopo quell’intuizione – le ‘Rubinetterie Toscane’ passeranno all’azienda bresciana Ercos Spa, specializzata da oltre 50 anni nella lavorazione della ceramica, nello sviluppo del termo riscaldamento e nell’arredo bagno che ne ha acquistato il marchio e la produzione. «A gennaio – spiega il segretario della Fiom Lamberto Pocai – incontreremo la nuova proprietà per conoscere il piano strategico aziendale».

Una cessione di ramo d’impresa, che però non include il terreno di via Volta 2 dove - intorno agli anni ’60 – si trasferirono le Rubinetterie ampliando la produzione affidata all’architetto versiliese Domenico Cardini, uno dei maggiori esponenti dell’architettura razionalista italiana. «Il terreno, per cui è in corso una richiesta di variazione di destinazione d’uso – precisa il sindacalista - resterà alla finanziaria che nel 2007 ha acquistato l’azienda dalla famiglia Ponsi». Dunque lo stabilimento – che nella stagione d’oro dell’industria italiana contava 130 dipendenti e una grande fervore del movimento operaio per la lotta dei diritti dei lavoratori – dovrà trovare una sede alternativa. «La volontà che ci è stata prospettata dalla nuova proprietà – aggiunge Pocai – è quella di mantenere in zona l’azienda, che è nata e cresciuta insieme alla città e che qui deve restare». Ed è moderatamente ottimista il segretario della Fiom «il fatto che la Ponsi sia stata acquistata da un imprenditore ci lascia sperare che verranno percorse tutte le strade necessarie per rilanciare l’azienda». Entrata, insieme a tutti i settori dell’edilizia, nel processo della crisi globale «attualmente i dipendenti sono 60, e da tre anni lavorano in regime di solidarietà – prosegue Pocai –. Ovviamente la nostra priorità è garantire l’occupazione, oltre alla permanenza della produzione sul territorio, e di questo parleremo nell’incontro fissato per la metà di gennaio». 

Quella della Ponsi è una storia di casa, un’avventura viareggina nel mondo. Interrotta per soli due anni – il 1944 e il 1945 – durante il passaggio di fronte nel secondo conflitto mondiale, quando la città sotto i bombardamenti sfollò sulle colline. Solo lo sforzo congiunto e la collaborazione tra proprietari e maestranze permise di mettere in salvo i macchinari. Con la ricostruzione, anche la Ponsi riavviò la produzione tra le poche case e le strade polverose solcate da carri e carrozze. Vivendo negli anni, con Viareggio, un’epoca incredibile.