Venerdì 26 Aprile 2024

Uno Bianca, Eva Mikula: “Vorrei far parte dell’associazione delle vittime”

La donna, che fu compagna di Fabio Savi, si rivolge alla presidente Rosanna Zecchi. Secca la replica: “Una richiesta che non sta in piedi”

Eva Mikula ai tempi del processo ai Savi, nel 1997 (foto Pasquale Bove)

Eva Mikula ai tempi del processo ai Savi, nel 1997 (foto Pasquale Bove)

Bologna, 28 gennaio 2015 - Eva Mikula, che fu compagna di Fabio Savi, uno dei componenti della banda della Uno bianca, chiede di far parte dell’Associazione vittime e si rivolge alla presidente Rosanna Zecchi. «Vi prego almeno - scrive - di accettare la mia presenza silenziosa e sentita alle commemorazioni del 13 ottobre in quanto vittima sopravvissuta di una feroce, assurda e indimenticabile storia».

«E’ una richiesta che non sta in piedi - commenta Zecchi - Non so su quale base possa fare una richiesta simile».

Eva Mikula già nel 2005 aveva scritto ai familiari: «È la vostra rabbia che mi tormenta, non sono disposta a tollerare queste accuse», ma non ebbe risposta.

Anche l’attuale lettera, precisa Zecchi, «al momento comunque a non è arrivata».

«Sono stata costretta a fare comparsate tv per pagarmi gli avvocati, per difendermi - scrive all’Associazione chiedendo comprensione - Da vent’anni sono rimasta nell’ombra e nella balia dei media, ma sempre a sostegno della verità e vicina al vostro pensiero e dolore. I Savi scontano l’ergastolo come confermato di recente, in gran parte anche grazie a me, per la mia tempestiva, assidua e preziosa collaborazione. Diversamente, sarei morta prima di vedere le manette ai polsi di Fabio Savi».

La supporta il suo storico difensore, Antonio Cappuccio: «Eva è una sopravvissuta che ha prestato testimonianza per far emergere la verità».

La banda di poliziotti (Fabio Savi era l’unico non in divisa) dal 1987 al ‘94 terrorizzò Emilia-Romagna e Marche, uccidendo 24 persone e ferendone un centinaio.