Giovedì 25 Aprile 2024

Un italiano su 2 non si fida più di questi giudici

Massimo

Donelli

Chissà quali numeri leggeremo dopo che si saranno tenuti i referendum sulla giustizia: votanti, astenuti, favorevoli, contrari… Nessuno può dirlo, ovvio. Ma se, per azzardare un pronostico, si partisse dal gradimento di cui godono i magistrati, allora non ci sarebbero dubbi: le toghe rischiano il cappotto. Vediamo. Nel 1993, in piena euforia per Mani Pulite, i giudici avevano la fiducia del 95% degli italiani. Il Paese pendeva dalle loro labbra. I giornalisti li osannavano. Nessuno osava dissentire. Nel 2010, l’indice di fiducia è sceso bruscamente al 68%, ventisette punti percentuali in meno. Ma, comunque, sempre un bel viaggiare. Soprattutto tenuto conto che, ancora l’anno scorso, i politici arrancavano al 10%.

Nel 2021, invece, il patatrac. Certificato da un sondaggio di Ipsos Italia, l’istituto di cui è amministratore delegato Nando Pagnoncelli, 62 anni, che ha scritto: "Oggi quasi un italiano su due (49%) dichiara di non avere fiducia nella magistratura, contro il 39% che si esprime positivamente e il 12% che sospende il giudizio (…) L’aspetto che più colpisce è il vero e proprio crollo di credito registrato in 11 anni, passando dal 68% di fiducia nel maggio 2010 al 39% odierno". Le cause? Ancora Pagnoncelli: "La maggioranza attribuisce il calo di fiducia ai tempi lunghi della giustizia (24%), alla presenza di magistrati politicizzati (18%) o corrotti (17%), oppure a sentenze discutibili (16%), mentre solo il 10% ritiene che ci sia una campagna denigratoria nei confronti dei magistrati". Quadro catastrofico. Che stride con la totale impunità delle toghe. E certifica come una minoranza di procuratori disinvolti (eufemismo) abbia fatto danni incalcolabili ai tre poteri dello Stato: legislativo, esecutivo e, appunto, giudiziario. Ma ora la Consulta affida agli italiani la possibilità di rimediare. E lo fa proprio mentre ricorre il trentennio di Tangentopoli. Se non è la nemesi perfetta, poco ci manca...