Lunedì 29 Aprile 2024

«L’ho uccisa perché voleva lasciarmi. Ho fatto in modo che non soffrisse»

Il drammatico racconto agli inquirenti di Luciano Zironi, 79 anni FOTO L'arresto

Luciano Zironi mentre viene portato via dalla polizia

Luciano Zironi mentre viene portato via dalla polizia

Bologna, 27 novembre 2014 - «L’ho uccisa perché se ne voleva andare dopo 55 anni». Luciano Zironi, ex funzionario di banca, lo ha ripetuto più volte l’altra notte davanti al pubblico ministero Marco Mescolini durante l’interrogatorio poche ore dopo avere assassinato l’anziana moglie con un colpo di pistola (foto). Sarebbe questo il movente dell’omicidio che si è consumato l’altra sera in una palazzina di via San Donato. Ancora sotto choc, nella sua lunga confessione il pensionato, ora rinchiuso nel carcere della Dozza, ha ripercorso i tragici momenti vissuti martedì sera poco prima delle 18,30, quando l’ex istruttore di tiro al poligono ha afferrato una delle sei pistole che deteneva regolarmente e sparato un colpo mortale alla moglie, Bruna Belletti. 

Da tempo i due, entrambi classe 1935, discutevano perché lei soffriva di svariate patologie. Era malata. Ma non solo. Il racconto del pensionato agli inquirenti comincia con un dettaglio che ricorre spesso nel corso della lunga confessione e che era al centro delle liti tra moglie e marito. «Basta, non voglio più convivere», avrebbe ripetuto più volte negli ultimi tempi Bruna al marito. E lo avrebbe ribadito anche la sera dell’omicidio. «Ieri pomeriggio (martedì; ndr) – ha raccontato il settantanovenne – mia moglie ha manifestato con forza l’idea di andarsene». Glielo ripeteva con insistenza. Per questo si sarebbe scatenata la discussione.

LUI, al termine del litigio, si è diretto verso lo studio, ha aperto la cassaforte e afferrato una pistola, inserendo un colpo in canna. Ha messo l’arma in tasca ed è tornato in cucina. La moglie era seduta su una sedia vicino al tavolo e gli dava le spalle. «Continuava a ripetere a voce alta che voleva andarsene», ha detto il pensionato agli inquirenti. È in quel momento che nella mente di Luciano Zironi è scattato qualcosa che lo ha portato ad uccidere la compagna di una vita, la donna con cui ha vissuto per una sessantina d’anni. 

«HO PERSO il controllo e in silenzio le ho puntato la pistola alla testa per farla morire nel modo più indolore possibile». Così l’uomo ha premuto il grilletto. L’anziana è caduta a terra, nel punto dove l’hanno trovata i soccorritori. Poi l’ex bancario ha preso il telefono, ha composto il numero della figlia chiedendole di precipitarsi a casa. Subito dopo ha chiamato il 118 e la polizia. Prima di consegnarsi alla giustizia, è tornato nello studio e ha rimesso la pistola nella cassaforte. Uno dei vicini ha raccontato agli inquirenti di aver sentito un rumore secco, ma ha anche aggiunto di conoscere la coppia da anni e di non averli mai sentiti litigare. 

«SONO consapevole del gesto atroce che ho commesso», ha ripetuto il pensionato agli inquirenti, ancora sconvolto. Ha aggiunto di essere stato spinto dalla disperazione che la moglie manifestava per le gravi patologie che l’affliggevano, e che se potesse tornare indietro non ripeterebbe il folle gesto. Il racconto di Zironi si chiude così, tra le lacrime. In attesa di quello che la magistratura deciderà per lui.