Giovedì 24 Aprile 2025
GAETANO FEMIANI
Cronaca

Uccisa in strada Preso il killer

Arrestato compagno di università "La perseguitava da due anni" .

Arrestato compagno di università "La perseguitava da due anni" .

Arrestato compagno di università "La perseguitava da due anni" .

Sara Campanella non ha neppure 22 anni, immagina un futuro in un laboratorio di biologia applicata ai processi di trasformazione, prepara la tesi per chiudere il ciclo universitario. Ma in cuor suo è scossa anche da una paura che non è mai riuscita a trasformare in denuncia. Quell’ansia ha un nome: Stefano Argentino, 27 anni, suo collega di corso a Messina, dove la giovane originaria di Misilmeri (Palermo) studia "Tecniche di Laboratorio Biomedico". Un incubo iniziato tra quei banchi anni prima e finito in un bagno di sangue, lunedì pomeriggio, davanti a una fermata dell’autobus in viale Gazzi, a poche centinaia di metri dal Policlinico.

Tutto accade in pochi, drammatici minuti. Sara sta tornando a Palermo dopo una giornata di studio quando Argentino l’avvicina. L’ha pedinata, come fa spesso. Poi, davanti a un distributore di benzina, la discussione. Le urla: "Basta, lasciami!". Pochi istanti dopo, il coltello, forse un taglierino (l’arma non è stata ancora trovata), un fendente alla gola, letale, un altro alla scapola. Sara crolla a terra, sanguinante, mentre il suo aggressore fugge in auto verso la parte bassa del viale. Uno studente che ha visto la scena tenta di fermarlo. Argentino sparisce tra i vicoli. Poche ore dopo, viene rintracciato a Noto, sua città natale, in un bed & breakfast gestito dalla madre. Si era spostato in treno, da Messina a Catania. Poi qualcuno lo ha accompagnato a Noto. I carabinieri lo arrestano nella notte, eseguendo il fermo della Procura di Messina.

Quello che emerge dagli atti è il ritratto di un persecutore incapace di accettare un ‘no’. "Con cadenza regolare importunava la vittima, proponendosi, chiedendole di uscire e non fermandosi neppure innanzi al rifiuto deciso della ragazza", si legge nel provvedimento di fermo. "C’erano state attenzioni insistenti e reiterate nel tempo", spiega il procuratore Antonio D’Amato. Nessun gesto così eclatante da spingere Sara a denunciare. "Lei aveva confidato alle amiche il fastidio per le attenzioni, ma non si era mai sentita in pericolo di vita", aggiunge il magistrato. L’ateneo è in lutto. Sara era brillante, amata dai compagni, apprezzata dai docenti. Argentino frequentava lo stesso corso ma era una figura solitaria, poco social (l’ultimo post del 2017). Le telecamere del Policlinico e quelle di un distributore hanno immortalato i suoi movimenti: l’attesa, il pedinamento, l’aggressione.

Per tutta la giornata all’obitorio del Policlinico, c’è la famiglia di Sara. Il fratello Claudio dice: "Non ne sapevo nulla, altrimenti l’avrei protetta. Ma uno che porta il coltello in tasca, pronto a uccidere, è un mostro che non merita alcuna altra parola". Arriva la madre di Sara, Maria Concetta Zaccaria, insieme allo zio Giuseppe e al cugino Gianpiero. "Un delitto premeditato" commenta lo zio, straziato dal dolore. Argentino dovrà rispondere di omicidio pluriaggravato. La procura ha sequestrato pc e telefono: "Dovremo accertare la reale natura dei rapporti tra la vittima e l’aggressore". Andrà anche accertato – ha affermato il pm – chi ha aiutato Argentino nella fuga.

Migliaia di persone, ieri, hanno partecipato alla fiaccolata organizzata a Messina da Udu, Non una di meno e Rete degli studenti. Cori e striscioni per dire basta ai femminicidi.