È stata uccisa a colpi di katana davanti alla figlia e a uno dei suoi due nipotini, il più grande, di quattro anni di età. Tiziana Gatti, 61 anni, residente a Castelnovo Sotto nella Bassa reggiana, è la vittima della furia dell’ex convivente della figlia, Osborne Tukpeh Antwi, 36 anni, di origine africana. Antwi è da ieri alle 17.30 in stato di arresto con l’accusa di omicidio nel carcere di Reggio Emilia.
La tragedia ieri mattina intorno alle 7.30. A quell’ora, come da abitudine, Tiziana Gatti si è recata in via Rossini 10, in un signorile quartiere alla primissima periferia del paese, presso la villetta a schiera che la figlia Paola condivideva con l’ex compagno, per accompagnare il nipotino più grande all’asilo e prendere quello più piccolo per tenerlo con sé, mentre mamma e papà lavoravano. Ad attenderla c’era anche Osborne, che non si sarebbe mai realmente rassegnato alla fine della storia con la figlia della signora Gatti (tanto che circa tre mesi fa avrebbe tentato di togliersi la vita).
L’uomo ieri mattina ha deciso, a sorpresa, di non andare al lavoro. Questo, da quanto ricostruito dai carabinieri coordinati dal pm Piera Cristina Giannusa, sarebbe stato il motivo che ha scatenato un’accesa discussione tra Gatti e Osborne.
Una parola di troppo, e la reazione spropositata dell’uomo. Ne è nata una colluttazione, con Osborne che ha agguantato una katana di piccole dimensioni che teneva in casa ed ha sferrato diverse coltellate sul corpo della 61enne. La donna ha tentato, senza riuscirci, di scappare sulle scale. La figlia, disperata e in preda al panico, si è affacciata fuori dalla villetta per chiedere aiuto. Una vicina di casa l’ha notata ed ha visto le mani sporche di sangue.
La vicina di casa ha immediatamente dato l’allarme ai carabinieri che sono accorsi subito, assieme ai soccorritori operatori della Pubblica assistenza di Castelnovo Sotto. Purtroppo ogni tentativo di rianimare la signora Gatti è stato inutile. Osborne Tukpeh, resosi conto di ciò che aveva fatto, non ha opposto resistenza. È stato fermato e accompagnato in caserma a Guastalla dove è stato interrogato e poi formalmente arrestato con l’accusa di omicidio. La reazione del marito di Tiziana è sconvolta: "Non lo perdonerò mai – dice al nostro giornale – Era stata lei a trovargli lavoro".
Nicola Bonafini