Giovedì 25 Aprile 2024

Trent’anni dopo Mani pulite Gli avvocati: svolta storica "La politica indirizzi le Procure"

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ROMA

"Se anche solo una parte di queste dichiarazioni programmatiche trovasse attuazione, basterebbe per ascrivere a questo ministro e a questo governo meriti straordinari. Si aprirebbe una nuova stagione dopo le storture viste in questi decenni". Il presidente dell’Unione Camere Penali, Gian Domenico Caiazza, è più che soddisfatto delle linee guida del ministro Nordio.

Avvocato Caiazza, il Guardasigilli sembra aver accolto gran parte delle posizioni espresse dalla Camere Penali.

"Non ho esitazione a dire che non ho ricordo di un programma di riforma della giustizia proposto da un ministro della repubblica così esplicitamente ispirato a quei principi liberali del diritto penale e del giusto processo che sono da sempre il patrimonio ideale dei penalisti italiani: un discorso direi storico. Le dichiarazioni del ministro sono di grande importanza e fortemente impegnative per lui e per il governo. Quanto però di questo si riuscirà ad attuare però è tutto da vedere, bisognerà verificare quale sarà la ricaduta concreta delle linee programmatiche esposte dal Guardasigilli".

Nel senso che ha qualche dubbio?

"Mi permetto di dire questo in considerazione del fatto che i primi passi del governo in materia di giustizia penale sono stati finora di segno totalmente opposto rispetto al quadro valoriale espresso dal Guardasigilli".

Si riferisce al decreto legge sui rave?

"Mi riferisco al decreto rave con il suo mulitiforme contenuto. Prendo atto che su rave sono state poi recepite gran parte delle obiezioni che anche noi siamo stati chiamati a formulare, ma ci sono perplessità anche sulla parte del decreto relativa all’ergastolo ostativo, che è addirittura peggiorativo rispetto al quadro già dichiarato incostituzionale dalla Consulta, anche se qui pare si vada verso l’esclusione dei reati contro la pubblica amministrazione dei reati ostativi".

Il ministro ha detto che il Codice penale va riformato anche con revisione della Costituzione. Un riferimento alla separazione delle carriere?

"Sì, penso che facesse riferimento all’ordinamento giudiziario, e in particolare alla separazione delle carriere dei magistrati, che è una riforma necessariamente di natura costituzionale, e a nostro avviso indispensabile, così anche sull’obbligatorietà dell’azione penale".

Nordio ha detto che "l’obbligatorietà dell’azione penale è diventa arbitrio". Una posizione forte.

"È quanto denunciamo da anni ed è un dato obiettivo. Tutti gli operatori del diritto sanno che l’obbligatorietà dell’azione penale si è dimostrata totalmente paralizzante per la vita giudiziaria del Paese. È un principio ingestibile perché significa creare un numero di procedimenti infinito e quindi, poiché le procure in ultima analisi devono pur fare una selezione questa diventa arbitraria".

Meglio una selezione fatta dal Parlamento o dal ministero?

"Una delle cose importanti della riforma Cartabia, e non a caso osteggiata dalla magistratura associata, è aver stabilito che le priorità di politica giudiziaria adesso le deve fissare il Parlamento, perlomeno in termini di indirizzi generali. Ma è ancora poco, è un tema sul quale metter mano con riforma costituzionale: il Parlamento deve fissare dei principi vincolanti di priorità nell’esercizio dell’azione penale".

Il ministro è stato nettissimo anche sulle intercettazioni sulle quali ha annunciato un giro di vite...

"E anche questa è musica per le nostre orecchie. Delle intercettazioni, un strumento straordinariamente invasivo, si è fatto in questi anni un uso largamente eccessivo: è diventato sostanzialmente sostitutivo di ogni altra indagine. È stato un eccesso, una patologia, bene che le si limiti a un utilizzo ragionevole".

Alessandro Farruggia