Mercoledì 24 Aprile 2024

La transumanza è patrimonio culturale dell'Unesco

La pratica pastorale di migrazione stagionale del bestiame nella Lista del Patrimonio culturale immateriale. Il riconoscimento riguarda tutta Italia, dalle Alpi al Tavoliere

Pecore durante la transumanza in una foto d'archivio (Ansa)

Pecore durante la transumanza in una foto d'archivio (Ansa)

Roma, 11 dicembre 2019 - La transumanza diventa patrimonio culturale dell'Unesco. La tradizionale pratica pastorale di migrazione stagionale del bestiame lungo i tratturi e verso condizioni climatiche migliori, è stata iscritta, all'unanimità, nella Lista Rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell'Unesco. Da oggi, inoltre, l'Italia acquisisce il primato di iscrizioni in ambito rurale e agroalimentare, superando Turchia e Belgio. Dal Trentino ad Amatrice, dall'Irpinia a Puglia i luoghi-simbolici.

I ministri delle Politiche agricole Teresa Bellanova e dell'Ambiente Costa hanno espresso grande soddisfazione per il parere favorevole espresso dai 24 Paesi durante il Comitato intergovernativo in corso a Bogotà, in Colombia. Il riconoscimento riguarda tutta l'Italia, dalle Alpi al Tavoliere: le comunità emblematiche indicate nel dossier come luoghi simbolici della transumanza sono diverse, tra cui i comuni di Amatrice (Rieti) da cui è partita la candidatura subito dopo il devastante terremoto, Frosolone (Isernia), Pescocostanzo e Anversa degli Abruzzi in provincia dell'Aquila, Lacedonia in Alta Irpinia in Campania, San Marco in Lamis e Volturara Appula (il paese del premier Conte) in provincia di Foggia, insieme a territori della Lombardia, la Val Senales in Trentino Alto-Adige, e la Basilicata.

I pastori transumanti, come sottolinea il dossier di candidatura presentato dall'Italia insieme a Grecia e Austria all'Unesco, hanno una conoscenza approfondita dell'ambiente, dell'equilibrio ecologico tra uomo e natura e dei cambiamenti climatici: si tratta infatti di uno dei metodi di allevamento più sostenibili ed efficienti. Oggi la transumanza è praticata soprattutto tra Molise, Abruzzo e Puglia, Lazio, Campania, Sardegna e al Nord tra Italia e Austria nell'Alto Adige, in Lombardia, Valle d'Aosta e Veneto. "È il decimo riconoscimento per l'Italia in questa lista - sottolinea da Bogotà il curatore del dossier di candidatura, Pier Luigi Petrillo - e ci porta il primato mondiale dei riconoscimenti in ambito agro-alimentare, dopo l'iscrizione nel Patrimonio Culturale Immateriale della Dieta Mediterranea, la Pratica della coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria, l'Arte del Pizzaiuolo napoletano, della tecnica dei muretti a secco e dei paesaggi vitivinicoli delle Langhe e del Prosecco".