Venerdì 26 Aprile 2024

Torna SuperMario: Biden, esporta i vaccini

Il premier snobba la liberalizzazione dei brevetti: non è la priorità. "I colossi farmaceutici ricevono sovvenzioni, diano qualcosa in cambio"

Migration

Mario Draghi e la Ue vanno all’attacco sui vaccini. Più produzione, via lo stop all’export da parte di Stati Uniti e Gran Bretagna, velocizzare la realizzazione del certificato verde europeo e vedere le carte del presidente Usa, Joe Biden, sulla liberalizzazione dei brevetti. Prima di procedere con la revoca dei brevetti sui vaccini anti Covid, "bisognerebbe fare cose più semplici, come la rimozione del blocco alle esportazioni che oggi gli Stati Uniti per primi e il Regno Unito continuano a mantenere – ha detto il premier italiano al vertice Ue di Oporto –. L’Europa esporta tanto quanto ha dato ai propri suoi cittadini: il 50% della produzione dell’Unione (200 milioni di dosi su 400 milioni, ndr) è andata al Canada o ad altri Paesi che bloccano le esportazioni".

E pensare che quella sui brevetti di Biden "sia una mossa tattica diplomatica degli Stati Uniti per battere la politica internazionale del vaccino di Russia e Cina, beh, non lo credo perché i numeri fan vedere che questa è una cosa per il momento molto buffa – ha proseguito l’ex numero uno della Bce –. La Russia ha annunciato 750 milioni di dosi, finora ne ha consegnate 6. La Cina 600 milioni e ne ha consegnate 40. Non sono avversari tali da impensierire gli Usa. Sospendere la proprietà intellettuale sui vaccini per aiutare i Paesi poveri è una porta aperta, ma la proposta va chiarita". Non manca una stoccata ai Big Pharma: "Hanno avuto sovvenzioni governative imponenti, ci si aspetta qualcosa in cambio da loro".

E l’Unione europea fa quadrato alle parole di Draghi, puntando il dito contro Washington (che ha esportato solo il 5% della produzione, a Canada e Messico) e Londra. "L’Ue è la farmacia del mondo e aperta del mondo", ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. "Invitiamo gli altri a fare lo stesso, l’export è il miglior modo per affrontare i colli di bottiglia e la mancanza di vaccini", ha concluso. Anche il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, spinge sull’export e invece frena sui brevetti: "Sulla solidarietà internazionale l’Europa è molto impegnata. Siamo l’unica democrazia che esporta in modo massiccio le dosi di vaccino e abbiamo avviato e sosteniamo molto l’iniziativa Covax. Non crediamo che nel breve termine la deroga alla proprietà intellettuale sia la soluzione magica, ma siamo pronti a discuterne appena ci sarà una proposta concreta sul tavolo". Gli stessi concetti sono espressi da Merkel (che però ’difende’ il gioiello tedesco BioNTech) e Macron: la priorità è la produzione, non i brevetti.

Mentre la Commissione Ue annuncia l’approvazione di un contratto per 900 milioni di dosi garantite più 900 milioni di opzioni con Pfizer-BioNTech per il 2021-2023, specificando che l’intesa consente agli Stati di donare o rivendere le dosi, c’è chi invece insiste sulla liberalizzazione dei brevetti. è papa Francesco, che in un videomessaggio ai giovani partecipanti al ’Vax live’ spiega: "È necessario uno spirito di giustizia che ci mobiliti per assicurare l’accesso universale al vaccino e la sospensione temporanea dei diritti di proprietà intellettuale".

Alessandro Belardetti