
Alcuni dei parenti delle vittime del rogo Thyssen del 2007 (Ansa)
Torino, 12 giugno 2020 - A 13 anni dal terribile rogo della Thyssenkrupp, in cui hanno perso la vita sette operai, s'avvicina l'ora del carcere per i due imputati tedeschi condannati in Italia. L'esecuzione della pena "è imminente", assicura Francesco Saluzzo, procuratore generale del Piemonte, alla luce di una comunicazione ricevuta da Eurojust. E si tratterà di "carcere", precisa il magistrato.
Gli ultimi ricorsi dei due condannati (i manager Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz) erano stati respinti da un'Alta corte tedesca il 23 gennaio 2020. L'emergenza sanitaria, scattata a marzo anche in Germania, aveva però rallentato il procedimento. "Ad attendere i due manager - ha spiegato Saluzzo - ci sarà il carcere poiché non sono previste misure alternative. La libertà vigilata è prevista solo dopo aver scontato metà della pena mentre dopo i due terzi esistono misure alternative a cui i due manager potrebbero accedere".
Una mamma: li vogliamo vedere in carcere davvero
"La giustizia che volevamo noi non è questa, la vera giustizia ce la darà Dio", commenta Rosina Platì, mamma di Giuseppe De Masi, uno degli operai morti nel rogo. E continua: "Li vogliamo vedere in carcere davvero. Troppe volte ci hanno dato questa notizia e non sono mai entrati". Poi aggiunge: "La vita dei nostri ragazzi non vale pochi anni di carcere, sono ancora arrabbiata... Ma intanto scontino la pena loro inflitta".