Mercoledì 24 Aprile 2024

Tetto al prezzo del gas Ue, maggioranza di sì Ma ancora non basta La strada resta in salita

Altro rinvio: a fine settembre potrebbe esserci un nuovo vertice europeo. Per Mattarella è "urgentissimo" superare le ultime resistenze. La palla passa alla Commissione che presenterà un piano in 5 punti

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di Antonio Troise

Ancora un rinvio, forse a fine mese, quando potrebbe esserci un nuovo vertice dei ministri Ue dell’energia. O, sicuramente, a ottobre, quando sono in programma due summit dei Capi di Stato e di governo del "vecchio continente". Fatto sta che la strada verso un "tetto generalizzato" al prezzo del gas in Europa appare ancora in salita. Anche se, nel documento finale approvato ieri al termine del Consiglio Straordinario sull’Energia, che si è svolto a Bruxelles, il termine "price cap" viene citato a più riprese. Insomma, non è più un tabù.

La vera novità è che, per la prima volta, più della metà dei Paesi Ue, per l’esattezza 15, si sono ufficialmente schierati verso un tetto dei prezzi globale e non più limitato al gas della Russia. Del resto, con i rubinetti di Putin praticamente chiusi, l’eventuale limitazione potrebbe rivelarsi un flop, con gli aumenti che escono da una porta e rientrano dalla finestra degli altri produttori. Ieri si è fatta sentire anche la voce del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che considera "urgentissimo" superare le ultime resistenze. Del resto, secondo un’indagine, il caro-bollette rischia di costare oltre 16 miliardi alle imprese e mette a rischio, secondo la Fipe, il 10% di bar e ristoranti. La palla ora passa nelle mani della Commissione Ue che entro metà settembre, dovrà presentare un piano dettagliato in cinque punti per fare fronte all’emergenza. In particolare, si punta a tassare gli extraprofitti delle imprese che producono elettricità con fonti alternative al metano. Poi, a introdurre un contributo di solidarietà da parte delle società di combustibili fossili da utilizzare per mitigare il caro-bollette che pesa su imprese e famiglie. Al terzo posto, incentivi pubblici per ridurre la pressione sulla produzione di elettricità e affrontare la scarsità di energie. Quindi, strumenti di liquidità per le società energetiche anche con la garanzia pubblica. E, infine, il piatto forte del menu, "interventi di emergenza e temporanei compreso il massimale al prezzo del gas".

Su questo capitolo il testo è volutamente ambiguo e riflette le divisioni fra i Paesi europei. Infatti, secondo quanto spiegato dal ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, "15 nazioni si sono pronunciate chiaramente a favore di un price cap generalizzato, 3 preferirebbero limitarlo solo al gas russo, 3 non hanno pregiudiziali, ma lo vorrebbero subordinato a verifiche di sostenibilità e 5 sono contrari o neutrali". Fra i no, quello dell’Ungheria, per il quale il tetto al gas russo è di fatto una sanzione nascosta che andrebbe approvata all’unanimità. Resta il fatto che il semplice annuncio di una proposta della commissione sul price cap ha portato il prezzo del gas poco sopra i 200 euro, con un calo di circa il 7% rispetto al giorno prima.

Nei prossimi giorni riprenderà il fitto lavoro diplomatico fra le cancellerie per arrivare a un’intesa. Ieri, del resto, non era la giornata delle decisioni. Perché si sa da tempo che le misure di emergenza dovranno avere il via libera "politico" da parte dei capi di Stato e di governo. Due le date già cerchiate in rosso: il vertice in programma il 6 e il 7 ottobre a Praga o, quello, del 20 e del 21 dello stesso a mese a Bruxelles.