Giovedì 2 Maggio 2024

Terrorismo, inchiesta su 13 siriani: in Italia operai, in Siria combattenti di Al Qaeda

Indagini chiuse per tredici. Ormai sono all’estero. Il caso di due operai di Cologno Monzese tornati in Siria nel 2012. Uno di loro, elettricista, fotografato durante un'esecuzione capitale di Benedetta Dalla Rovere e Marinella Rossi

Haisam Sakhanh, l'elettricista di Cologno, filmato in Siria durante l'esecuzione di soldati di Assad

Haisam Sakhanh, l'elettricista di Cologno, filmato in Siria durante l'esecuzione di soldati di Assad

Milano, 29 gennaio 2015 - Faceva l'elettricista a Cologno Monzese. Vita laboriosa, tranquilla, integrata, quella del siriano Haisam Sakhanh. Doppia vita a parte: i violenti raid contro connazionali sospettati di essere vicini ad Assad, gente che come lui viveva e lavorava nell’hinterland. E trasferendo così, nel milanese, la guerriglia in corso in patria. Poi dell’elettricista si sono perse le tracce, quando in molti sentirono la necessità di tornare in Siria a combattere Assad. Prima che la deriva dei ribelli al dittatore scivolasse verso il sedicente Stato islamico, prima di finire nell’imbuto della jihad. E lo ritroviamo, Sakhanh, detto Abu Omar - come testimonia la foto -, tra i fucilatori di militari regolari dell’esercito siriano.

L’uomo a sinistra, giubbotto marrone, kalashnikov in mano, è l’elettricista di Cologno. La foto è eloquente: sette soldati di Assad sono a terra. In piedi sopra di loro, armi in pugno, i ribelli dell’“esercito libero siriano“ che li hanno torturati. Il comandante - l’uomo all’estrema destra che impugna una pistola - è Abdul Samad Issa: fa un proclama e inneggia alla jihad, poi tutti fanno fuoco. È l’aprile 2012 e siamo nel Nord della Siria. Sakhanh vi è appena arrivato da Cologno, dove è un semplice attivista del “Coordinamento siriani liberi di Milano“. Pochi giorni dopo è sul luogo dell’esecuzione dei militari: anche lui sparerà.

Il video, pubblicato dal New York Times, è una delle prove raccolte sulla doppia vita dell’artigiano di 41 anni. A lui e ad altri il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e il pm Antonio Gobbis, nell’atto di chiusura indagini, contestano l’accusa di terrorismo internazionale. Altri sette sono accusati di violenze, lesioni, danneggiamenti, con l’aggravante del terrorismo. Molti sono ormai irreperibili, Sakhanh è dato in Svezia. Ma lui non è l’unico arruolato con i ribelli di Al Nousra, falange qaedista meno feroce dell’Isis.

Con lui, nel marzo del 2012, da Cologno è partito anche Ammar Bacha, 37 anni, lasciandosi alle spalle il lavoro di serramentista. Ferito a una gamba, tornerà in Italia nel 2013. Prima di arrivare sui campi di battaglia passando per la Turchia, manifesta contro la guerra a Milano e Varese. Sakhanh, nel febbraio del 2012, ha anche guidato l’assalto all’ambasciata siriana a Roma, cosa per cui è soggetto all’obbligo di firma. Tra il giugno 2011 e i primi mesi del 2012, l’elettricista e altri partecipano ad almeno otto raid contro siriani pro-Assad: a Brugherio, Parabiago, Busto Garolfo e Cologno. Le indagini partono proprio da un blitz al bar Millennium di Cologno, distrutto a sprangate, i proprietari feriti. Almeno sei le vittime dei pestaggi: quasi tutte lasciano l’Italia e tornano in Siria. Per paura.