Giovedì 25 Aprile 2024

Terapie intensive sempre più sotto stress E il tasso di positività cresce al 9,4%

In Liguria il rapporto tamponinuovi casi è al 35%, in Umbria al 27%. Il grido del 118: "Assumete i nostri autisti, sono volontari"

di Alessandro Farruggia

Come ogni lunedì calano i tamponi – ben 47.679 in meno – e automaticamente calano i nuovi positivi, che scendono a 9.338 casi, come dire 2.367 in meno rispetto a domenica. Ma il virus è sempre lì e si diffonde. Lo dimostra il rapporto tra positivi e tamponi totali che sale dal 7,9% al 9,4% e quello ancor più significativo tra positivi e persone mai testate prima, che in un giorno balza dal 12,2 al 14,2%: due punti secchi in 24 ore. Ci sono regioni come la Val D’Aosta dove questa percentuale è al 53,8% (più di un tampone su due è positivo), mentre in Liguria il tasso dal 24,2% divampa fino al 35%, nella provincia di Trento e in Umbria è poco sopra il 27%, nel Veneto è del 25,7%, in Sicilia aumenta dal 12,4% al 18,1%, in Lombardia sale dal 14,7% al 17,1%, in Campania dal 13,9% al 16,1%, in Emilia Romagna balza dall’8,8% al 14,3%, nelle Marche dal 12,3% al 14,1%, in Toscana dal 10,1% al 13,7%.

Tra i pochi in controtendenza c’è il Piemonte che scende dal 16,3% al 15,2%. Quando i tamponi torneranno sui 150mila, ai tassi attuali si rischiano i 16 mila casi. Per quanto riguarda i morti il dato reale è migliore di quel che sembra. Ieri le vittime sono state 73, in aumento rispetto ai 69 di domenica, ma nel bollettino sono stati conteggiati 21 morti della Campania relativi al periodo 1-17 ottobre. Il dato è quindi sovrastimato.

Certo è che la pressione sul sistema sanitario cresce progressivamente. Si segnalano problemi in Sardegna, Campania e anche in qualche ospedale lombardo. Sono 7.676 (+545 rispetto a ieri, in Lombardia aumentati in una settimana del 145%) i ricoverati con sintomi negli ospedali italiani, 797 (+47 rispetto a ieri, in Lombardia cresciuti in 7 giorni del 126%) quelli ricoverati nelle terapie intensive, mentre 125.530 (+7.174 rispetto a ieri) sono in isolamento domiciliare.

Molte regioni non hanno utilizzato tutti i respiratori inviati dal commissario straordinario Arcuri, ne sono rimasti inutilizzati ben 1.600, ma il primo problema non sono oggi i reparti ma il personale. Per le terapie intensive il problema primario è la mancanza di medici. "In sostanza – dice il governatore del Veneto Luca Zaia – ci sono i letti e sono stati individuati gli spazi, ma se davvero dovessero servire tutte le 1.016 terapie intensive a cui il Veneto può arrivare, non ci sarebbero medici per curare tutti".

E non mancano solo medici e infermieri. I soccorritori del 118 vogliono essere stabilizzati. "Come 118 scrive in una lettera aperta all’esecutivo Mario Balzanelli, presidente nazionale Sis118, chiediamo con carattere di assoluta urgenza, l’adozione straordinaria di un provvedimento legislativo che assicuri l’assunzione immediata e a tempo indeterminato degli autisti-soccorritori del Sistema 118 nazionale. Corrono gli stessi rischi di medici e infermieri in prima linea: chiediamo di essere riconosciuti".