Giovedì 3 Ottobre 2024
NINO FEMIANI
Cronaca

Martina e i sogni distrutti. Dedicò la laurea al papà, “l’amore più grande di tutta la mia vita”

La 25enne cercava lavoro in Sardegna per restare vicino ai parenti. Aveva un legame speciale con la mamma malata, che la partorì a 18 anni

Nuoro, 25 settembre 2024 – Martina Gleboni era una giovane donna che incarnava sogni, ambizioni e speranze, legata profondamente alle sue radici e alla sua famiglia. A 25 anni aveva già realizzato uno dei traguardi più importanti della sua vita: una laurea in Scienza dei servizi giuridici all’università di Sassari. Quel giorno di aprile del 2022 aveva scelto di dedicare il suo successo a coloro che avevano sempre creduto in lei, ai pilastri della sua vita. “A mio padre, l’amore più grande della mia vita”, aveva scritto con gratitudine sul frontespizio della tesi, senza immaginare quell’uomo si sarebbe trasformato, due anni dopo, nel suo carnefice.

Martina non aveva mai pensato di lasciare la Sardegna, nonostante le difficoltà di trovare un lavoro stabile. Era convinta che l’isola, con le sue tradizioni e la sua bellezza, fosse il luogo in cui costruire il suo futuro. Aveva fatto uno stage di sei mesi al tribunale di Nuoro, poi lavorava nello studio di un avvocato. Un lavoro precario, certo, ma lei desiderava restare vicino alla famiglia, una delle sue più grandi priorità, tanto da decidere di cercare opportunità in Barbagia. “Voleva fare il concorso in polizia per restare in Sardegna”, dice una collega di studio. Non pensava, soprattutto, di allontanarsi da Giusi con cui passava molto tempo e da suo fratello Francesco, il più piccolo di casa, che adorava.

La dedica ai genitori sulla tesi di laurea di Martina Gleboni
La dedica ai genitori sulla tesi di laurea di Martina Gleboni

In particolare, cercava di stare vicino alla mamma, la persona che aveva più creduto al suo successo accademico “anche prima che ci credessi io”, aveva scritto in un biglietto di dedica nella tesi di laurea. Giusi infatti soffriva di fibromialgia, una patologia reumatica caratterizzata da dolore cronico diffuso e Martina voleva starle accanto nelle attività quotidiane, soprattutto dopo che era iniziata la separazione dal padre. E poi considerava Giusi più un’amica che una mamma: la donna aveva avuto Martina quando non aveva neppure compiuto i 18 anni, e tra di loro c’era una complicità molto profonda, quasi come tra sorelle. E tali, sorelle-complici, avevano aderito, alcuni mesi fa, a una campagna promossa da Action Aid per dire ’No alla violenza sulle donne’.

Il quartiere di via Ichnusa, uno dei più antichi della città, è sgomento per la mattanza. “Non si può credere a quello che è accaduto”, racconta una vicina di casa. “Roberto era una persona tranquilla, sempre disponibile”, aggiunge Armando Lodi, un vicino. “Solo pochi giorni fa mi offrì la sua auto, sapendo che avevo bisogno di una mano. Era così, sempre pronto ad aiutare”. Eppure dietro quel muro di famiglia perfetta e serena, da mesi qualcosa non quadrava. Gli stessi vicini parlano ora di “facce tirate e sorrisi forzati”, di un clima che si era guastato in quella “coppia affiatata”, in quel legame che durava da un quarto di secolo e che ormai faticava ad andare avanti.

“Era uomo aggressivo, che urlava spesso, insomma non era certo una situazione facile per i familiari e neanche per noi vicini. Sembrava prepotente e un po’ esaltato di sicuro, era appassionato di armi”, dice a mezza bocca una inquilina di via Ichnusa 5. Il Comune di Nuoro ha annullato l’evento internazionale ’Sharper-notte dei ricercatori’ previsto tra il 26 e il 27 settembre e proclamato il lutto cittadino per il giorno dei funerali delle quattro vittime.