Sabato 5 Ottobre 2024
NINO FEMIANI
Cronaca

Strage in mare, giallo sui soccorsi Il pm: servono più uomini e mezzi

Accuse di ritardi da parte di un medico crotonese. Il procuratore: "Ricostruiremo tutti i passaggi". Recuperati i cadaveri di 70 vittime, ma si teme siano almeno 100. Molti i bambini che hanno perso la vita

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di Nino Femiani

Non accenna a fermarsi la sinistra contabilità dei morti. Il mare di Steccato di Cutro (Crotone) restituisce cadaveri a distanza oltre di due giorni dal naufragio, con le coste flagellate dalle onde che trascinano i corpi fino a Le Castella, quattro miglia marine da quella spiaggia ridotta a cimitero. Ormai si sfiorano i settanta morti (tra le vittime più giovani due gemellini di pochi anni e un neonato), 81 le persone salvate, una trentina sono in ospedale. Ma il timore è che si arrivi a cento annegati. "Quando vedi sott’acqua quei corpicini senza vita di bimbi così piccoli... Sono immagini che ti colpiscono al cuore", si emoziona David Morabito, capo del Nucleo Sommozzatori della Calabria.

La procura avvia un’inchiesta, ipotizzando i reati di omicidio plurimo e disastro colposi e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina mentre tre persone, tra cui un minorenne, vengono fermate con l’accusa di essere gli scafisti dell’imbarcazione che domenica mattina si è infranta contro una secca davanti a poco più di 100-200 metri dalla riva. "Stiamo ricostruendo tutti i passaggi dall’avvistamento in poi per capire cosa è stato fatto e confrontarlo con quello che si doveva fare. Di sicuro le condizioni del mare erano terribili", dice il procuratore di Crotone, Giuseppe Capoccia. E lancia un appello al governo: Qui mancano uomini e mezzi alle forze dell’ordine. Il governo dovrebbe capire che sarebbe necessario impostare in modo diverso le strutture, in estate abbiamo 3 sbarchi a settimana". Nelle prossime ore saranno sentiti dagli inquirenti alcuni superstiti (di origine irachena, afgana e siriana) e i tre presunti scafisti, tutti di nazionalità turca. L’inchiesta è, quindi, centrata sul naufragio, non sui soccorsi. Le parole del magistrato sembrano voler disinnescare le accuse, più o meno esplicite, di un tardivo intervento per aiutare i migranti (l’avvistamento è stato fatto alle 20:30 di sabato da Frontex). Ipotesi sostenuta dal medico soccorritore crotonese, Orlando Amodeo: "Quei migranti potevano essere salvati", dice ai microfoni del telegiornale di Mentana. "Non è vero che le condizioni del mare rendevano impossibile avvicinare la barca dei migranti – spiega il medico, che per anni è stato dirigente medico della polizia di Stato –. Abbiamo imbarcazioni in grado di affrontare il mare anche a forza 6 o 7". Parole che suscitano la reazione del Viminale che minaccia di sottoporre le affermazioni al vaglio dell’Avvocatura dello Stato. Intorno ai pezzi di legno dei resti del barcone si riaccende il falò della polemica che coinvolge lo stesso campo della maggioranza con i distinguo di Forza Italia che insiste sull’urgenza di interventi da parte della Commissione Ue e di una diversa strategia dei soccorsi. "Fermare le partenze dei migranti sappiamo che non è un’azione praticabile nell’immediato. I migranti vanno soccorsi sempre e bisogna moltiplicare le azioni per farlo", dice il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto di Forza Italia.

È evidente che stavolta non si può mettere una toppa, soprattutto dopo le parole del capo dello Stato Sergio Mattarella: "È indispensabile che l’Unione europea assuma finalmente in concreto la responsabilità di governare il fenomeno migratorio per sottrarlo ai trafficanti di esseri umani, impegnandosi direttamente nelle politiche migratorie, nel sostegno alla cooperazione per lo sviluppo dei paesi da cui i giovani sono costretti ad allontanarsi per mancanza di prospettive".