Roma, 24 giugno 2024 – La Francia non consegnò deliberatamente all’Italia i tracciati radar della base aerea di Solenzara, in Corsica, nella notte della strage di Ustica. È quanto si intuisce dall’anticipazione di Rai Tre sullo speciale Ustica: una breccia nel muro, in onda domani sera alle 21.20, con la firma di Massimo Giletti.
A 44 anni dall’esplosione del Dc9 Itavia IH870 partito da Bologna per Palermo e disintegratosi alle 20.59 del 27 giugno 1980 nel Tirreno meridionale, tra le isole di Ponza e di Ustica, con 81 persone a bordo tra passeggeri e uomini di equipaggio, Giletti promette nuove rivelazioni sulla strage con l’intervista esclusiva all’ex addetto militare dell’ambasciata di Francia a Roma negli anni ‘80.
Secondo quanto afferma l’ex addetto militare, furono i suoi superiori ad ordinargli, di fatto, di non consegnare agli italiani il rapporto dei radar della base aerea in Corsica, a Solenzara, affermando che era chiusa. Ecco il testuale: "Lo Stato Maggiore italiano mi ha chiesto di chiedere allo Stato Maggiore francese il rilevamento radar di quella notte – afferma l’intervistato –. Il colonnello francese mi disse che dal momento che la base di Solenzara era chiusa è stato comunicato allo Stato Maggiore italiano che il radar era in manutenzione".
Nell’anticipazione proposta da Rai3, Giletti chiede quindi all’ex addetto militare se lo stato maggiore transalpino si fosse limitato a dirgli faccia lei oppure gli avesse esattamente specificato cosa riferire agli italiani. "Non me lo hanno detto espressamente – risponde l’intervistato – ma ho capito che dovevo sbrigarmela da solo. Mi hanno detto di rispondere agli italiani che il radar era in manutenzione e punto. Queste cose mi furono dette per telefono. Sono, quindi, andato a trovare il generale De Carolis. Lui era il mio contatto dei servizi segreti e gli ho detto: "Lo Stato maggiore francese vi trasmette questo messaggio".
Un’ammissione che riapre le polemiche sui tanti depistaggi di un’inchiesta che non ha mai chiarito cause e responsabilità dell’esplosione. Un anno fa, Giuliano Amato, già ministro dell’Interno, aveva rivelato che nel 2007 i servizi italiani riferirono a lui e al Presidente della Repubblica Francesco Cossiga che la responsabilità involontaria dell’abbattimento era attribuibile a un missile francese destinato al leader libico Muhammar Gheddafi, ritenuto in volo nell’area.