Giovedì 2 Maggio 2024

Stadio Roma, Virginia Raggi sentita come teste. Anche Malagò indagato

L'imprenditore Parnasi non risponde al Gip. Lanzalone: "Mai illeciti". Secondo indiscrezioni, nel registro degli indagati c'è anche il presidente del Coni

Virginia Raggi, sindaca di Roma (Ansa)

Virginia Raggi, sindaca di Roma (Ansa)

Roma, 15 giugno 2018 - Quasi un'ora in procura. Tanto è durata l'audizione della sindaca Virginia Raggi davanti al procuratore aggiunto Paolo Ielo e al pm Barbara Zuin, che l'hanno voluta sentire come testimone nell'ambito dell'inchiesta sulla corruzione nella costruzione del nuovo stadio della Roma. La prima cittadina della capitale sarebbe stata ascoltata come persona informata sui fatti in relazione alla tipologia di incarico ricoperto dall'avvocato Luca Lanzalone, ex presidente di Acea, nell'ambito della mediazione tra il Campidoglio, Eurnova e il club giallorosso che ha portato all'accordo tra le parti per il progetto definitivo sulla nuova struttura che dovrebbe sorgere a Tor di Valle. Il sindaco di Roma avrebbe ribadito anche agli inquirenti, così come dichiarato pubblicamente, che il rapporto con Luca Lanzalone sarebbe legato agli esponenti degli M5S, Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede che glielo avrebbero presentato quando, all'inizio del 2017, si occupavano per il Movimento degli enti locali.

GLI ARRESTATI - E' invece durato poco l'interrogatorio di garanzia di Luca Parnasi davanti al Gip. L'imprenditore romano, che si trova detenuto nel carcere di San Vittore a Milano, si è infatti avvalso della facoltà di non rispondere. Ha invece respinto le accuse l'ex assessore regionale del Pd, Michele Civita, attualmente agli arresti domiciliari. "Aver chiesto aiuto per mio figlio e' stata una leggerezza compiuta in buona fede", ha detto Civita negando di aver mai favorito Parnasi. "Ho chiesto se era possibile intervenire per mio figlio tre mesi dopo che era concluso l'iter della conferenza dei servizi - ha aggiunto -. Non ho mai violato la legge, le decisioni della conferenza di servizio erano pubbliche". Tre ore di domande invece per Luca Lanzalone, una delle figure-chiave nell'indagine: "Nella mia vita non ho mai compiuto nulla di illecito, respingo con forza ogni addebito". Vestito in completo blu e teso in volto, l'ex presidente dell'Acea, era assistito dall'avvocato Giorgio Martellino.

INCONTRO IN CAMPIDOGLIO - A tenere banco, però, non sono solo i risvolti giudiziari, ma la sorte del progetto da un miliardo di euro del nuovo stadio sui cui tanto hanno puntato sia la proprietà Usa (James Pallotta in primis) sia il Comune di Roma. Così se ieri, in tarda serata, il ministro Luigi Di Maio assicurava che "se è tutto a posto il progetto andrà avanti, in mattinata si è tenuto un incontro tra Virginia Raggi e il dg della società giallorossa Mauro Baldissoni. "Abbiamo ritenuto ovviamente necessario fare un punto con l'amministrazione e la sindaca per valutare quello che è successo negli ultimi giorni e quali sono i passaggi procedurali a nostra disposizione per cercare di salvaguardare il progetto su cui abbiamo lavorato per tanti anni", ha dichiarato il dg lasciando il Campidoglio. 

Dal canto suo il ministero dei Beni Culturali ha disposto un'ispezione, mentre il ministro Matteo Salvini auspica che i "magistrati facciano in fretta loro lavoro". "Io non faccio il giudice nè l'avvocato, se ci sono state corruzioni o errori è giusto che chi ha sbagliato debba pagare. Mi spiace perché una delle persona coinvolte la conoscevo personalmente, ci sono anche andato allo stadio insieme, non penso questo configuri un reato - dice il titolare del Viminale -. Spero che possa dimostrare la sua innocenza e spero che i cittadini romani comunque vada recuperino un'area ad oggi assolutamente abbandonata alla sicurezza al gioco alla gioia".

L'INDAGINE - Intanto nuove rivelazioni, contenute in un’informativa dei carabinieri, svelano dettagli sul sistema Parnasi, al centro delle indagini della procura capitolina, attraverso il quale il costruttore romano "alimentava freneticamente" rapporti con il potere politico della Capitale "abbattendo quasi totalmente il rischio d’impresa con pratiche illecite". E, nelle ultime carte, emerge la richiesta di Parnasi al presidente Acea di conoscere Di Maio e, di seguito, l’organizzazione, tre mesi fa, di una cena con l'allora numero due della Lega, Giancarlo Giorgetti, oggi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. 

Tra i vari filoni dell'indagine spicca l'iscrizione ufficiale nel registro degli indagati del presidente del Coni, Giovanni Malagò. Il numero uno dello sport italiano ha chiesto di essere convocato per un interrogatorio. "Voglio chiarire subito questa vicenda", taglia corto il numero uno dello sport italiano. A tal proposito, fa sapere in una nota ufficiale lo stesso Coni, il presidente "ha subito dato incarico al suo legale, avvocato Carlo Longari, di chiedere alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma di essere interrogato quanto prima per chiarire la sua posizione".