Venerdì 19 Aprile 2024

Stadio Roma, Lanzalone si dimette da presidente Acea

Di Maio: "Dobbiamo fare subito il daspo per i corrotti". Conte: "Non esiste un caso-Roma ma un caso-Italia". Raggi: "Comune parte lesa"

Luca Lanzalone (Imagoeconomia)

Luca Lanzalone (Imagoeconomia)

Roma, 14 giugno 2018 - Mentre l'inchiesta sullo Stadio della Roma - che ha portato a 9 arresti e che vede 27 indagati - potrebbe portare allo stop dell'intero progetto modificato, arriva all'annuncio di dimissioni di Luca Lanzalone da presidente del Consiglio di amministrazione di Acea. E' stata la stessa Acea a renderlo noto, informando che "il Consiglio di amministrazione, nella riunione del 21 giugno 2018, assumerà le opportune determinazioni al riguardo".

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A invocare le dimissioni dell'avvocato implicato nell'inchiesta e arrestato ieri era stato questa mattina il vicepremier e capo politico dei 5 stelle Luigi Di Maio, assicurando che i 5 stelle non hanno cambiato attezziamento nei confronti della corruzione. Sul caso è intervenuto anche il premier Giuseppe Conte, che alla domanda 'Esiste un caso Roma?' replica: "Esiste in Italia un caso corruzione sul quale dobbiamo sempre stare attenti, dobbiamo lavorare noi regolatori, le autorità come l'Anac e l'autorità giudiziaria ognuno nell'ambito delle sue competenze". Intanto la sindaca della Capitale Virginia Raggi ribadisce l'estraneità del Comune all'indagine. "La rassegna stampa è vergognosa - dice -, i giudici dicono che io non c'entro niente e non c'è un giornale che abbia avuto il coraggio di riportare questa notizia. Il Comune, i romani e la società Roma calcio sono la parte lesa. Partono oggi le querele".

E la stessa prima cittadina, ospite a 'Porta a Porta', spiega di non sapere cosa ne sarà del progetto. "Che fine farà lo Stadio? Non lo sappiamo. Gli atti della procedura sembrano tutti validi. Noi ci riserviamo di fare tutti gli approfondimenti del caso. Se non ci sono irregolarità a mio avviso si potrà andare avanti". Quanto a Luca Lanzalone, aggiunge, "ci ha aiutato sul fronte della normativa perché il precedente assessore più che dire 'non si deve fare' non faceva". "Ho trovato un progetto da 1 milione di metri cubi di cemento e per noi tutta questa speculazione immobiliare non era ammissibile", sottolinea infine Raggi.

INDAGATI - Si allunga la lista degli indagati: si aggiunge anche il sovrintendente Francesco Prosperetti, che si occupò del vincolo sulle tribune dell'ippodromo di Tor di Valle. Secondo la Procura l'ex capo segreteria del Ministro ai Beni culturali, Claudio Santini, "avvicinò il Sovrintendente Francesco Prosperetti chiamato a pronunciarsi sul vincolo" che poi fu tolto. Come riscontro la Procura indica "un incontro tra il Sovrintendente e il gruppo Parnasi il 19 maggio del 2017" e la successiva decisione di affidare al'architetto Paolo Desideri "la redazione di un progetto necessario per superare la questione del vincolo". Dalle intercettazione emerge che Desideri "oltre ad essere amico di Prosperetti è anche il datore di lavoro della figlia Beatrice". La procedura per il vincolo sulle tribune di Lafuente viene attivata il 15 febbraio 2017 e il 15 giugno dello stesso anno viene archiviata: nel frattempo Prosperetti era diventato direttore della nuova sovrintendenza speciale Archeologica-Belle arti-paesaggio di Roma. Secondo la Procura Santini per la sua "mediazione per conto di Parnasi" ha percepito "quale compenso per questa illecita attività 53.440 euro".

GLI INTERROGATORI - Sono stati fissati per domani gli interrogatori di garanzia delle 9 persone arrestate nell'ambito dell'inchiesta. Sei persone, l'imprenditore Luca Parnasi e cinque suoi collaboratori, si trovano in carcere, mentre gli altri tre, il presidente di Acea Luca Alfredo Lanzalone, il consigliere regionale Pd ed ex assessore Michele Civita e il vicepresidente del Consiglio regionale Adriano Palozzi di Forza Italia, sono agli arresti domiciliari. L'atto istruttorio di Parnasi si svolgerà a Milano, dove l'imprenditore è detenuto nel carcere di San Vittore. Gli altri interrogatori, invece, si svolgeranno a Roma.

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DI MAIO - "Da noi, come ho sempre detto, non esiste la presunzione di innocenza per reati gravi come la corruzione - dice ai microfoni di Rtl 102.5 - Ieri si è autosospeso Ferrara, altrimenti lo avremmo espulso noi, e Lanzalone si deve dimettere perché non è pensabile che una persona ai domiciliari stia ancora ad Acea. Mi aspetto nelle prossime ore questo gesto". E ancora: "Lanzalone ci aveva aiutato a salvare l'azienda di rifiuti di Livorno, era stato brillante nello sblocco della questione dello stadio di Roma. Era una persona amministrativamente preparata e abbiamo deciso di affidargli la presidenza della più grande partecipata di Roma. Quello che è successo mi addolora. Dobbiamo fare subito il daspo per i corrotti e gli agenti sotto copertura per i corrotti ci servono", ha aggiunto. Il ministro del Lavor vuole essere chiaro sull'atteggiamento dei grillini verso la corruzione: "Ci hanno infettati? Il vero tema è come reagisce la politica quando succedono queste cose. Ho visto nel passato forze politiche proteggere i corrotti, finché noi reagiamo così significa che non ci siamo fatti infettare". 

LEGA - Nel frattempo, Matteo Salvini esclude eventuali ripercussioni sul governo dell'inchiesta in corso. "Nessun problema, aspetto che parli chi ne sa più di me - dice -: quello che posso dire è che Parnasi, per come l'ho conosciuto, mi è sembrata una brava persona". Sempre sul fronte della Lega, il ministro dell'Agricoltura e del Turismo, Gian Marco Centinaio interviene a Radio Capital: "Se avessimo avuto così tanti soldi non avremmo avuto bisogno dell'aiuto dei militanti in questi mesi in cui eravamo abbastanza alla canna del gas, non ne ho mai sentito parlare di queste casse alternative a quelle della Lega, che avevano qualche problema", dice a proposito del presunto finanziamento di enti vicini alla Lega da parte del costruttore Luca Parnasi, arrestato nell'ambito dell'inchiesta.