Mercoledì 24 Aprile 2024

Spread e rating Attenti ai segnali dei mercati

Raffaele

Marmo

Wait and see. E, dunque, pragmatismo e gradualità. Ma anche determinazione a dare segnali di discontinuità e di cambiamento nella politica economica prossima ventura. È lungo questo duplice codice che si muoverà Giorgia Meloni nella prima manovra del suo governo. La leader di Fratelli d’Italia sa bene che sarà guardata a vista dall’Europa, come dalle agenzie di rating e, dunque, dai mercati. Le avvisaglie si sono avvertite anche ieri con lo spread a 250 e oltre e con gli avvisi ai naviganti di Standard & Poor sulle "scelte difficili" da compiere. Ma la futura premier è altrettanto consapevole di aver mandato un messaggio diretto e netto a tutti già in campagna elettorale, anche a costo di mettersi di traverso rispetto alla tesi opposta sostenuta da Matteo Salvini, quando ha spiegato e ripetuto che non ci sarà nessuno scostamento di bilancio. L’indicazione della Meloni era preventiva e, in realtà, il suo effetto lo ha prodotto, perché i mercati non hanno reagito (male) come qualcuno si attendeva o si augurava. Il punto è che ora ci si attende il passaggio dalle parole ai fatti. Un passaggio che avviene in un Paese dal debito elevatissimo e in una fase delicata e pericolosa, perché abbiamo di fronte non solo la crisi drammatica derivante dal caro-energia, ma anche il rischio concreto di un grave peggioramento della congiuntura, con la caduta del Pil e l’orizzonte fosco della recessione. Nello stesso tempo, però, la Meloni non può essere Draghi: dunque, deve dare un’impronta "politica" alla manovra in cantiere. Un rebus, almeno in apparenza, che può trovare soluzione solo attraverso scelte pragmatiche e graduali. E, dunque, attraverso scelte che siano l’inizio di un percorso, ma che siano anche sentite come tali da famiglie e imprese. Perché, come sosteneva un vecchio politico, dobbiamo dare conto ai mercati, ma anche ai mercati rionali.