Giovedì 18 Aprile 2024

Smart working, arriva il diritto a disconnettersi

Il diritto alla disconnessione per chi è in smart working: è la novità che arriva con un emendamento M5s al decreto Covid approvato dalle commissioni Lavoro e Affari sociali della Camera, che prevede, fino al 30 giugno, la possibilità per il lavoratore dipendente con un figlio minore di 16 anni in didattica a distanza o in quarantena di svolgere l’attività ‘da remoto’. Obiettivo, superata l’emergenza, è affrontare il punto in senso generale, con un aggiornamento della disciplina del lavoro agile, il cui utilizzo è esploso durante la pandemia, anche nella cornice della contrattazione collettiva. D’altronde alla fine dello stato d’emergenza, al momento fissato al 30 aprile, verrà meno anche la procedura semplificata, che consente il ricorso allo smart working senza la necessità di un accordo individuale. Una misura sostenuta anche dal ministero del Lavoro: lo smart working è "lavoro a tutti gli effetti e non di serie B" e questo "dovrà trovare un’affermazione solenne in sede normativa", ha recentemente detto il ministro del Lavoro, Andrea Orlando.

Intanto per la prima volta si mette nero su bianco che viene "riconosciuto alla lavoratrice o al lavoratore che svolge l’attività in modalità agile il diritto alla disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche e dalle piattaforme informatiche".

Le Commissioni Lavoro e Affari sociali della Camera hanno approvato poi un emendamento di Italia Viva che estende la possibilità di accedere allo smart-working non solo ad uno, ma ad entrambi i genitori in caso di figlio in Dad e con disabilità grave. Inolte, se uno ricorra al lavoro agile, il secondo genitore può comunque ottenere il congedo parentale, nel caso di figli con disabilità grave, senza limiti di età".