Mercoledì 24 Aprile 2024

Sindaca stakanovista nel paese di Peppone. "Divento mamma e torno subito al lavoro"

Elena Benassi, prima cittadina della località reggiana in cui sono ambientate le storie di don Camillo, partorirà prima di Natale. E annuncia: "Una nursery in municipio, a gennaio voglio essere al mio posto. Conciliare i ruoli non è facile ma è possibile"

La sindaca Elena Bennassi

La sindaca Elena Bennassi

di Antonio Lecci

La porta del municipio di Brescello si prepara ad accogliere un fiocco. Rosa o azzurro ancora non è dato di sapere. Ma nei giorni appena prima di Natale è prevista la nascita del primogenito di Elena Benassi, giovane sindaco del paese di Peppone e don Camillo. Non sarà facile conciliare due ruoli così impegnativi – mamma e sindaco – visto che l’intenzione della Benassi è quella di non prendersi alcun congedo per maternità. Resterà in municipio. Con una sorta di nursery accanto al suo ufficio per gestire il bebè.

Signora sindaca, nessuna pausa dopo il parto?

"Spero che possano essere sufficienti i giorni delle festività di Natale e di Capodanno. Poi, se le condizioni di salute me lo permetteranno, tornerò al più presto ai miei impegni in municipio".

Ci sarà anche uno spazio, tipo nursery, per ogni necessità?

"È vero. In municipio, vista la turnazione dei dipendenti che in parte operano da casa, ci sono spazi inutilizzati. Non ci saranno problemi ad allestire una cameretta per cambiare i pannolini o per le poppate quando sarò impegnata in ufficio".

Ma non sarà tutto come prima…

"Per i primi tempi cercherò di ridurre un pochino gli orari, ricorrendo anche al web per incontri e consigli comunali. Ma è mia intenzione essere presente quanto più possibile in municipio".

Proprio mai pensato di prendersi una pausa per fare la mamma?

"Fare la mamma sarà bellissimo. Ma non ho mai pensato di mettere da parte il mio ruolo istituzionale. Con i miei collaboratori, con la mia squadra abbiamo fatto tanti sacrifici per arrivare ad amministrare il Comune. Abbiamo proposto un programma ambizioso, con opere e investimenti importanti. Mi dispiacerebbe interrompere questo percorso. Resterò al mio posto, dividendomi con equilibrio tra i miei due più grandi impegni".

Confessi, come vive questa esperienza da mamma-sindaco?

"Con emozione, ma anche con preoccupazione. È un qualcosa che non conosco. Di casi nel Reggiano non me ne risultano. E anche a livello nazionale non sono numerosi. Purtroppo non esiste un corso... Vivrò questa esperienza giorno per giorno".

Appena si cita Brescello, il sindaco e l’arrivo di un figlio, la memoria corre verso le scene cinematografiche del battesimo, trasposizione dei capolavori letterari di Guareschi. Con papà Peppone-Gino Cervi che pretende di imporre al figlio il nome di Lenin Libero Antonio, con evidente disappunto del parroco don Camillo-Fernandel: alla fine si arriva al compromesso e il neonato viene chiamato Libero Camillo Lenin. Considerato il buon rapporto attuale tra sindaco e parroco, difficilmente ci sarà una simile disputa.