Venerdì 26 Aprile 2024

Servono idee per mobilitare gli elettori

Giorgio

La Malfa

Per tutta una lunga fase del secondo dopoguerra, in Italia la partecipazione al voto è stata altissima, maggiore che in altre democrazie. C’era la gioia di esercitare un diritto negato per vent’anni dalla dittatura e c’era il fatto che i partiti ‘storici’ avevano milioni di iscritti pronti a recarsi alle urne. Astenuti e incerti erano pochi.

Tutto questo è venuto meno di 40 anni fa. La fine del comunismo ha messo in crisi la forma-partito novecentesca. La stagnazione economica, gli scandali politici, perfino le campagne per il cambiamento della Costituzione hanno finito per rendere scettici gli elettori sull’utilità di recarsi alle urne.

Oggi le intenzioni di voto non superano il 60%. I sondaggi fotografano le scelte di chi ha già un orientamento. Molti decidono solo al momento delle elezioni se e per chi votare. I sondaggi non possono prevedere il voto di chi deciderà di votare. Questo rende imprevedibili oggi i risultati delle prossime elezioni.

Nel 2018 nessuno aveva previsto il risultato dei 5 stelle e quello della Lega. I 5 Stelle trovarono un argomento vincente in campagna elettorale nel reddito di cittadinanza. I partiti tradizionali legati all’idea di Europa cedettero importanti quote di voto alla Lega che volò su un sentimento antieuropeo di cui non si era misurata la portata.

Oggi non sappiamo se qualcuno si inventerà una proposta vincente. Quanto al sentimento europeo, il vento è cambiato. Nel 2018 molti imprenditori pensavamo che saremmo vissuti meglio fuori dall’euro. Oggi il mondo imprenditoriale del Nord ha giudicato un grave errore la crisi del governo Draghi.

Nel 2018 gli europeisti dovevano giustificarsi. Oggi il centrodestra deve ripetere ogni giorno che non è antieuropeo o non è filoputiniano. Vuol dire che percepisce una difficoltà.

In queste condizioni, sarà cruciale la campagna elettorale.