Mercoledì 24 Aprile 2024

Semaforo giallo: l’Italia esce di casa Cena al ristorante, pasticcio orari

La ministra Gelmini: "Si può restare fino alle 22". Ma il Viminale la smentisce: "A quell’ora nesuno in giro"

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di Alessandro Farruggia

L’Italia si risveglia in larga parte gialla. E non pochi sono i ’gialli’ sui quali si interrogano gli italiani.

COPRIFUOCO FLESSIBILE PER CHI VA AL RISTORANTE?

"Chi va a cena fuori può stare tranquillamente seduto al tavolo fino alle 22 e poi, una volta uscito dal locale, far ritorno a casa senza alcun rischio di ricevere sanzioni" aveva sostenuto Mariastella Gelmini, ministra per gli Affari regionali, in una intervista a Il Messaggero. Ma l’eventualità è stata categoricamente smentita sia dal ministero della Salute che dal Viminale. Il coprifuoco scatta alle 22 per tutti, senza eccezione alcuna. "Io – replica il sottosegretario all’Interno, Carlo Sibilia – ero tra quelli che avrebbe preferito un coprifuoco alle 23 ma la cabina di regia ha deciso diversamente e a questo dobbiamo attenerci. La legge e la circolare del Viminale è chiara e prevede il ritorno a casa alle 22 anche per chi cena all’aperto. Non c’è nessuna deroga. Evitiamo pertanto interpretazioni personali che possono ingenerare confusione tra i cittadini e mettere in difficoltà le forze dell’ordine".

BAR, CONSUMAZIONE AL BANCO PERMESSA?

Il Viminale nega la possibilità di consumare al banco nelle zone gialle. "La norma in esame consente, in zona gialla, lo svolgimento delle attività di ristorazione con consumo al tavolo esclusivamente all’aperto nella fascia oraria tra le 5 e le 22. Fino al 31 maggio, relativamente gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande – recita la circolare inviata ai prefetti da Bruno Frattasi, il capo di gabinetto del ministro Luciana Lamorgese, – il servizio al banco rimarrà possibile in presenza di strutture che consentano la consumazione all’aperto". Quindi si potrà ritirare l’ordine al banco ma poi si dovrà uscire dal locale per consumarla. "La circolare – replica Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio – introduce una limitazione ulteriore che non esiste nel Dpcm del 2 marzo, al quale l’ultimo decreto fa riferimento, introducendo una penalizzante restrizione e ulteriore caos interpretativo. Secondo l’interpretazione del ministero dell’Interno, per i bar al 26 aprile le misure restrittive sono addirittura peggiori di quelle che per mesi hanno adottato in zona gialla, perfino quando di vaccini non c’era traccia. Per questo chiediamo l’intervento del Mise".

SPORT DI SQUADRA, VIA LIBERA CON PRESCRIZIONI?

A partire dal 26 aprile e "limitatamente ai territori collocati in zona gialle", è "consentito lo svolgimento all’aperto di qualsiasi attività sportiva anche di squadra e di contatto, fermo restando il rispetto delle linee guida adottate dalla presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per lo sport". È quanto si legge nella circolare del Viminale trasmessa ai prefetti. Resta comunque "interdetto l’uso di spogliatoi".

CHI PUÒ AVERE I PASS PER LE ZONE ARANCIONE E ROSSE?

Palazzo Chigi informa che "può avere il certificato verde chi ha completato il ciclo di vaccinazione (dura sei mesi dal termine del ciclo prescritto), chi si è ammalato di Covid ed è guarito (dura sei mesi dal certificato di guarigione), chi ha effettuato test molecolare o test rapido con esito negativo (dura 48 ore dalla data del test)". Bene. Ma non è chiaro di debba rilasciarli. Il Garante della privacy ha messo l’altolà: "La norma appena approvata per la creazione e la gestione delle ‘certificazioni verdi’, i cosiddetti pass vaccinali, presenta criticità tali da inficiare, se non opportunamente modificata, la validità e il funzionamento del sistema previsto per la riapertura degli spostamenti durante la pandemia. È quindi necessario un intervento urgente a tutela dei diritti e delle libertà delle persone". Tutto torna in alto mare. E allora al ministero dell’Interno si considereranno per ora le certificazioni di vaccinazione o guarigione o i test fatti. "Gli spostamenti verso zona arancione o rossa – osserva la circolare del Viminale ai prefetti – sono ora consentiti anche alle persone munite di una certificazione attestante lo stato di avvenuta vaccinazione o di avvenuta guarigione ovvero lo stato di negatività al test molecolare o antigenico".

SI PUÒ ANDARE A TROVARE AMICI E PARENTI?

Con estrema moderazione. "La norma – osserva la circolare del Viminale – conferma la possibilità di raggiungere dal 26 aprile al 15 giugno, una sola abitazione privata, una volta al giorno. L’articolo rimodula i limiti sia ampliando il numero dei soggetti, da due a quattro, sia escludendo da tale numero i minori di età superiore ai 14 anni (e non più solo fino ai 14 anni, ndr). Restano sempre escluse dal computo persono con disabilità o non autosufficienti conviventi".