Martedì 17 Giugno 2025
REDAZIONE CRONACA

Scattone rinuncia alla cattedra: "Italia mi toglie diritto al lavoro". La mamma di Marta Russo: "Soddisfatta, fatta giustizia"

Giovanni Scattone, condannato per l'omicidio di Marta Russo, rinuncia alla cattedra di Psicologia di un istituto professionale di Roma: "La coscienza mi dice di poter insegnare, ma mi manca la serenità"

Giovanni Scattone (Ansa)

Roma, 10 settembre 2015 - Giovanni Scattone rinuncia alla cattedra di Psicologia all'Istituto professionale Einaudi di Roma. Condannato per l'omicidio di Marta Russo, Scattone ha scontato la pena e nei giorni scorsi si è visto assegnato l'incarico. Oggi il colpo di scena, il dietrofront: "Se la coscienza mi dice di poter insegnare, la mancanza di serenità di induce a rinunciare all'incarico".

"Con grande dolore ed amarezza - ha dichiarato Scattone, assistito dall'avvocato Giancarlo Viglione - ho preso atto delle polemiche che hanno accompagnato la mia stabilizzazione nella scuola con conseguente insegnamento nell'oramai imminente anno scolastico. Il dolore e l'amarezza risiedono nel constatare che, di fatto, mi si vuole impedire di avere una vita da cittadino 'normale'".

"La mia innocenza, sempre gridata - ha aggiunto - è pari al rispetto nei confronti del dolore della famiglia Russo. Ho rispettato, pur non condividendola, la sentenza di condanna. Quella stessa sentenza mi consentiva, tuttavia, di insegnare. Ed allora sarebbe stato da Paese civile rispettare la sentenza nella sua interezza. Ho sempre ritenuto - ha spiegato Scattone - che per essere un buon insegnante si debba anzitutto essere persona serena. Oggi, in ragione di queste polemiche, non ho più la serenità che mi ha contraddistinto nei dieci anni di insegnamento quale supplente: anni caratterizzati da una mia grande soddisfazione anche e soprattutto legata al costruttivo rapporto instauratosi con alunni e genitori. Ed allora - annuncia - se la coscienza mi dice, come mi ha sempre detto, di poter insegnare, la mancanza di serenità mi induce a rinunciare all'incarico per rispetto degli alunni che mi sono stati affidati".

Le dichiarazioni di Giovanni Scattone si concludono con un'amara considerazione sull'Italia. "Così questo Paese mi toglie anche il fondamentale diritto al lavoro. Dopo la tragedia che mi ha colpito, solo la speranza mi ha dato la forza di andare avanti. Anche oggi - ha concluso - vivrò con la speranza che un giorno la parte sana di questo Paese, che pure c'è ed è nei miei tanti ex alunni che in questi giorni mi sono stati vicini e nella gente comune che mi ha manifestato tanta solidarietà, possa divenire maggioranza".

MINISTRO GIANNINI: "MANDEREI TRANQUILLAMENTE MIA FIGLIA A SCUOLA DA SCATTONE"

"Sono soddisfatta, soprattutto per i ragazzi. È stata fatta giustizia", ha detto Aureliana, la mamma di Marta Russo, commentando la decisione di Scattone. "Sono contenta per gli studenti - sottolinea - che non avranno come insegnante una persona così inadatta ad essere educatore".