Mercoledì 24 Aprile 2024

Scacco ai narcos, preso l’erede di Escobar

Un commando di 500 uomini ha fermato Otoniel senza nemmeno sparare un colpo. Il governo colombiano: "È l’arresto del secolo"

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Al termine di una caccia all’uomo durata oltre sei anni, le autorità colombiane hanno catturato a Necoclí, nel dipartimento di Antioquia, Dairo Antonio Usuga David, capo del clan del Golfo, primula rossa del narcotraffico mondiale. Un commando di 500 uomini di polizia ed esercito, appoggiato dall’aviazione e da un monitoraggio satellitare, ha scovato il super boss in una baracca di legno nella selva della regione di Urabá, dove Usuga – meglio conosciuto con il soprannome di Otoniel – godeva di appoggi e protezione da parte della popolazione locale. Fonti della sicurezza raccontano di un blitz fulmineo, con il sostegno di specialisti di Stati Unti e Gran Bretagna, che non ha incontrato resistenza e durante il quale apparentemente non è stato necessario sparare nemmeno un colpo.

Comprensibile quindi la gioia del presidente Iván Duque che in una conferenza stampa ha assicurato che la cattura di Otoniel, attraverso l’Operación Osiris, rappresenta "il più grande colpo al traffico di droga dalla caduta di Pablo Escobar negli anni ‘90". Il capo dello Stato, accompagnato dai ministri di Difesa e Giustizia, ha aggiunto che Otoniel era "uno spregiudicato assassino di agenti di polizia, soldati, leader sociali, nonché un reclutatore di minori che obbligava a lavorare per la sua organizzazione criminale".

Circondato dagli agenti, Usuga ha mostrato un sorriso beffardo a fotografi e cameraman durante il trasferimento in manette nella base militare di Carepa, dove è stato subito imbarcato su un aereo della polizia nazionale colombiana, arrivato in nottata a Bogotà. A 50 anni appena compiuti, Otoniel ha già un curriculum estremamente spregiudicato, che lo ha visto in gioventù militare nelle file dell’Esercito popolare di liberazione (Epl), poi brevemente nelle Farc, per passare quindi al servizio delle organizzazioni paramilitari di destra, all’interno delle quali il suo potere è cresciuto vertiginosamente. Questo ‘cursus honorum’ del crimine lo ha portato ad accumulare la bellezza di 128 mandati di cattura e sette condanne in contumacia per un gran numero di reati, fra cui terrorismo, omicidio, traffico di droga, massacri, violenze sessuali, partecipazione a gruppi armati e crimini contro l’umanità. Sulla sua testa pendevano inoltre due codici rossi ed uno blu dell’Interpol e una richiesta di estradizione da parte degli Stati Uniti, che intendono processarlo per traffico di droga e terrorismo e che per questo hanno stanziato per la sua cattura una somma di cinque milioni di dollari.

Come accaduto per altri boss del narcotraffico e comandanti paramilitari, come l’italo-colombiano Salvatore Mancuso, è possibile che ancor prima di avviare l’iter per processarlo in Colombia, Usuga possa essere messo a disposizione della giustizia statunitense. È un fatto che sotto la sua decennale guida, il clan del Golfo è diventato il più potente cartello della Colombia dedito al traffico di droga, con l’invio da anni di molte tonnellate di cocaina verso il Centro America, gli Stati Uniti e l’Europa, e con forti legami con organizzazioni mafiose, come la ‘ndrangheta calabrese.