Sabato 27 Aprile 2024

Sarkò, un anno a casa col bracciale elettronico

Condannato agli arresti domiciliari per finanziamento illecito. Immediato appello dei suoi difensori. Ma i guai non sono ancora finiti

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di Giovanni Serafini

"La Corte dichiara Nicolas Sarkozy colpevole di finanziamento illegale per la campagna presidenziale 2012 e lo condanna a un anno di carcere senza condizionale".

Un silenzio di ghiaccio è sceso nella sala delle udienze quando la presidente del tribunale, Caroline Viguier, ha letto il verdetto. "La pena verrà applicata direttamente. All’imputato è concesso di scontarla a domicilio mediante sorveglianza elettronica", ha aggiunto la Viguier. Avvocati, giornalisti e pubblico, tutti a bocca aperta, tutti con davanti agli occhi l’immagine incredibile di un ex presidente della Repubblica detenuto in casa con un braccialetto elettronico alla caviglia. "Faremo immediatamente appello", ha reagito l’avvocato difensore Thierry Herzog. Sarkozy non era presente in aula, come del resto in quasi tutte le udienze precedenti: un atteggiamento che ha irritato i giudici. "La disinvoltura con cui ha disertato le udienze, come a dire che lui è al di sopra della mischia, è pari a quella dimostrata durante la sua campagna elettorale", ha commentato la rappresentante dell’accusa, Vanessa Perrée.

È la seconda volta che la giustizia francese emette una condanna nei confronti dell’uomo che per cinque anni, dal 2007 al 2012, ha occupato l’Eliseo. Il 1° marzo scorso i magistrati lo avevano condannato a 3 anni (di cui uno "ferme", senza condizionale) per "corruzione e traffico d’influenze" a proposito d’intercettazioni telefoniche legate all’”affaire Bettencourt”. Anche in quel caso l’avvocato Herzog aveva fatto appello. Questa volta si trattava invece del caso Bygmalion, dal nome dell’agenzia di comunicazione che organizzava i meeting elettorali di Sarkozy durante le presidenziali 2012: nel tentativo di contrastare il candidato della gauche François Hollande, che i sondaggi davano per favorito, lo staff di Sarkozy spese il doppio della cifra consentita: 42,8 milioni di euro invece di 26. Per nascondere le spese eccessive i responsabili di Bygmalion idearono un sistema di fatture false intestate all’agenzia. Fatica e soldi sprecati, visto che le elezioni premiarono poi Hollande…

Secondo l’accusa Sarkozy non poteva non essere al corrente: "Chiedeva un comizio al giorno con shows all’americana e non si preoccupava minimamente della provenienza dei finanziamenti", ha detto il pubblico ministero nell’arringa finale. "Sarkozy non ha mai firmato niente, né preventivi né fatture", ha replicato l’avvocato difensore Gesche Le Fur. "Sono responsabile dal punto di vista politico e amministrativo, non da quello penale", dichiarò Sarkozy nel settembre 2020, l’unica volta in cui si recò in tribunale. La Corte non gli ha creduto e gli affibbiato una pena doppia di quella richiesta dal pm: "Chiedeva di organizzare nuovi meeting pur essendo stato avvisato per iscritto del rischio di superare il limite legale dei finanziamenti. Non si trattava della sua prima campagna elettorale, aveva già esperienza in materia", ha commentato la presidente del tribunale Caroline Viguier. I magistrati hanno condannato altre 13 persone, fra cui il titolare della Bygmalion, Bastien Millot, e gli allora responsabili della campagna di Sarkozy, Guillaume Lambert e Jerome Lavrilleux.

La reazione dei Républicains, il partito della destra moderata, è stata di totale sostegno all’ex presidente; tutti gli hanno proclamato amicizia e fiducia, in particolare Eric Ciotti e Michel Barnier, candidati entrambe all’investitura per le presidenziali 2022. Resta il fatto che per Sarkò non si annuncia un futuro radioso: oltre ai due processi in appello resta aperto il dossier scottante dei supposti finanziamenti di Gheddafi – 50 milioni di dollari – per la campagna delle presidenziali 2007, l’unica da cui uscì vincitore.