Giovedì 9 Maggio 2024
RITA BARTOLOMEI
Cronaca

Aviaria e rischi per l’uomo, cosa sappiamo. Gli esperti: “Il monitoraggio e la lezione del Covid”

L’analisi di Pregliasco: “Da capire se nel latte crudo in Usa siano solo pezzi di genoma, innocui”. Andreoni: “La lezione del passato sul passaggio dei virus influenzali ai maiali”

Roma, 27 aprile 2024 – Aviaria: ma dopo la contaminazione delle mucche da latte negli Usa e il contagio di un addetto alla filiera, quali sono i rischi per l’uomo? Lo abbiamo chiesto a Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e a Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano. 

Aviaria: per gli esperti il monitoraggio sul virus H5N1 è fondamentale
Aviaria: per gli esperti il monitoraggio sul virus H5N1 è fondamentale

Aviaria, le parole di Fabrizio Pregliasco

Osserva Pregliasco: “Sicuramente la pandemia del Covid ci ha lasciato una maggiore sensibilità a tante situazioni di rischio potenziale. Questo ci permette di monitorare e anticipare le emergenze. Negli Usa sono state trovate tracce dell’aviaria nel latte crudo. Gli studi in corso ci diranno se sono solo segni o se si tratti al contrario del virus vivente. In altre parole, se siamo di fronte a un pezzetto di genoma, di fatto innocuo, o se invece è proprio il virus in grado di infettare. Per questo bisogna essere prudenti ma è anche necessario monitorare. E’ più che mai importante una collaborazione stretta tra medici e veterinari. Perché ormai si parla di un modello one health, una sola salute”. Nel mondo, soprattutto in certe aree dove uomini e animali vivono di fatto insieme, “ci sono stati casi di trasmissione diretta da animale a uomo. Ma il contatto dev’essere massivo. Bisogna comunque considerare che i nostri recettori dell’aviaria sono nei polmoni, per questo i casi possono essere gravi. E per questo il monitoraggio è indispensabile”.

Aviaria, le parole di Massimo Andreoni

Andreoni aggiunge un elemento di riflessione. “Molti virus influenzali hanno avuto questo passaggio attraverso il maiale – mette in guardia -. Questo è un dato storico, registrato in tante epidemie. Quindi una delle cose che in questo momento si teme maggiormente è questo riassortimento del virus. In passato, quando si è registrato, ha creato una maggiore probabilità di trasmissione all’uomo”. In Italia “il monitoraggio veterinario è molto severo – annota il professore -. E sicuramente dopo i casi di aviaria nelle mucche negli Usa i controlli saranno rafforzati”. Clicca qui se vuoi iscriverti al canale WhatsApp di Qn