Giovedì 25 Aprile 2024

Salvini segna un punto Il candidato della Lega vicepresidente Csm "Ora scelte condivise"

Appoggiato dal centrodestra, Fabio Pinelli passa al terzo scrutinio. Ottiene 17 voti, il rivale Romboli (indicato dal Pd) si ferma a 14. Di fronte al Consiglio spaccato, Mattarella suggerisce prudenza

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di Antonella Coppari

La destra ce l’ha fatta. Di misura, con un Csm spaccato tanto che il presidente della Repubblica e del Consiglio superiore della magistratura suggerisce prudenza e coesione. Però la pallina si è fermata: il nuovo vicepresidente è Fabio Pinelli, il candidato indicato dalla Lega di Matteo Salvini, che segna un punto. Sceglie toni sobri la premier, Giorgia Meloni, che rivolge al neo eletto "auguri di ottimo lavoro, nella certezza della leale collaborazione col governo per migliorare la giustizia in Italia". In fin dei conti per lei è una vittoria a metà: non l’ha spuntata nessuno dei 4 candidati indicati da FdI. Nemmeno il nome più accreditato, quello di Daniela Bianchini. A battere il campione del Pd, il costituzionalista Roberto Romboli, è stato l’avvocato che ha difeso diversi dirigenti del Carroccio – da Luca Zaia ad Armando Siri a Luca Morisi, lo spin doctor del Capitano.

Leghisti in primis, la maggioranza esulta: era dal 2010 con Vietti (Udc), che il centrodestra non esprimeva un presidente. Ma gioisce forse anche perché intorno a quella poltrona più che eccellente inizia a saldarsi l’asse del dialogo con il Terzo polo. E non è un caso che il movimento, pur nella tempesta di questi giorni, continui a supportare la riforma della giustizia Nordio. Importante dal punto di vista politico, il voto del consigliere renziano, Ernesto Carbone, non è stato determinante dal punto di vista numerico. Il duello al cardiopalma con Romboli si è concluso al terzo giro – in cui bastava la maggioranza semplice – 17 a 14 e una scheda bianca. Nelle due votazioni dove era richiesta la maggioranza assoluta c’era stato un testa a testa – 14 voti per Pinelli e 13 per Romboli al primo round, poi 15 a 12 –, ma in entrambi i casi spiccano 5 schede bianche. Segno che gli indecisi alla fine hanno fatto la differenza. Certi i 7 voti dei laici e i 7 dei togati del centrodestra, più quello del Terzo polo, ne restano 2 sui quali – essendo l’elezione a scrutinio segreto – fioriscono ricostruzioni.

Fonti autorevoli sostengono che a spostare l’ago della bilancia per evitare il rischio di stallo siano stati il primo presidente della Cassazione e il procuratore generale di Cassazione. Ma – notano alcuni – il profilo del primo presidente, Pietro Curzio, cozzerebbe con tale scelta. L’ipotesi più probabile è dunque che a garantire il successo di Pinelli – uomo di ampie relazioni tra cui spicca quella con Luciano Violante, suo sponsor – siano stati il togato indipendente Andrea Mirenda (l’unico ad avere votato contro la delibera della Commissione verifica titoli che poco prima aveva escluso la mancanza dei requisiti di eleggibilità per Romboli), e il procuratore generale della Cassazione, Luigi Salvato. Curzio, invece, avrebbe optato per la scheda bianca. Nello schieramento originario, invece, a favore del costituzionalista espresso dal Pd, formato dagli otto togati delle correnti di sinistra e dal laico del M5s, Michele Papa, sarebbero confluiti i togati di Unicost.

In questo quadro diviso, Sergio Mattarella ricorda che il Csm è posto dalla Costituzione "a presidio dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura. "A lei – dice rivolgendosi al neopresidente – spetta il compito di favorire la coesione. Con la sua elezione è divenuto il punto di riferimento e di raccordo di tutti i componenti del Consiglio, che devono sentirsi da lei rappresentanti, ascoltati e garantiti nell’esercizio delle loro funzioni". Per poi sottolineare quanto sia importante che il Csm operi con "delibere condivise" e affronti con "concretezza e obiettivià" i suoi compiti. Della serie: il centrodestra ora non pensidi fare l’asso pigliatutto. Messaggio di cui Fabio Pinelli non pare aver bisogno. Assicura infatti: "Orienterò ogni mio comportamento nell’interesse del Paese, garantirò ascolto anche a chi non mi ha votato perché il comportamento del Csm sia orientato sempre verso scelte condivise e meditate". E indica come bussola per lui e per il Consiglio la trasparenza e la credibilità, usando le parole di Rosario Livatino, il magistrato ucciso dalla mafia e proclamato beato: "Quando moriremo nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti ma quanto siano stati credibili. Cerchiamo di essere credibili, trasparenti e mai obliqui".

Gioisce Renzi che, dopo Giovanni Legnini e David Ermini, sceglie il terzo vicepresidente: "Ottima scelta", applaude. E il grande sconfitto, il Pd? La responsabile giustizia del Nazareno, Anna Rossomando, fa gli auguri a Pinelli, chiedendogli di non tornare a "un clima di contrapposizione magistratura e politica". Ma certo i democratici masticano amaro: "Abbiamo messo in campo il migliore". Malgrado i numeri fossero chiari, hanno sperato fino all’ultimo in un pareggio: essendo più anziano, Romboli sarebbe riuscito a prevalere.