Mercoledì 24 Aprile 2024

Salvini non chiude: "Pronti a collaborare"

Svolta nella Lega dopo il pressing dell’ala governista. Nel centrodestra crescono i malumori della Meloni, la linea comune si allontana

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di Giovanni Rossi

Il giorno dopo la discesa in campo di Mario Draghi il centrodestra riunisce il suo composito stato maggiore senza trovare una linea condivisa oltre le successive 24 ore. Tant’è che in serata, dagli studi di La7, pur tra mille ’se’, il leader della Lega Nord Matteo Salvini partorisce un’inattesa apertura al nascente governo Draghi: "Se c’è un progetto chiaro, se c’è una squadra all’altezza sono disposto a mettermi in gioco a prescindere dagli interessi della Lega", dichiara il Capitano. Rinforzando l’ipotesi con un avverbio dirimente: "Se ci sono le condizioni partecipiamo assolutamente. Se no diamo una mano dall’opposizione come abbiamo fatto in questi mesi. Se ci incontriamo e vediamo che c’è una sintonia è un conto, se c’è un pacchetto chiuso invece..." Dipende anche dalla compagnia. "Mi ci vedete con la Boldrini? – ironizza il segretario del Carroccio –. Io voglio fare sintesi: l’obiettivo è che il centrodestra vada da Draghi insieme". E sull’ex presidente della Bce piovono pure parole di stima: "Cambiamo tutti, è cambiato anche lui. È una persona di spessore".

L’annuncio serale chiude una giornata complessa partita con un interlocutorio vertice tra alleati. Nel mezzo, i patemi di Forza Italia e i graffi di Giorgia Meloni. La presidente di Fratelli d’Italia lancia un tweet ultimativo: "Sarò chiara. Non c’è alcuna possibilità di una partecipazione o anche di un sostegno da parte di Fratelli d’Italia al governo Draghi. Gli italiani hanno il diritto di votare. Continuiamo a lavorare per tenere il centrodestra unito e portare gli italiani alle elezioni". Magari già ad ottobre, secondo indiscrezioni. Un progetto favorito dalla rivolta pentastellata contro Draghi che renderebbe decisivi i seggi parlamentari di FdI e Lega. In questo solco, l’esponente più a destra della coalizione formula una proposta di mediazione: astensione di tutto il centrodestra per agevolare la partenza di un governo circoscritto a pandemia e Recovery Plan.

Il Carroccio preferisce la cautela. "Per rispetto di tutto il centrodestra e di Draghi, non chiedetemi adesso che giudizio daremo – è la preghiera del Capitano –. Le priorità che porteremo sul tavolo di Draghi sono il taglio delle tasse, il taglio della burocrazia, l’apertura di tutti i cantieri bloccati dal governo uscente, un piano vaccinale e un piano sanitario degni di questo nome". Il pressing dell’ala governista della Lega – guidata dal duo Giancarlo Giorgetti-Luca Zaia – evidentemente si fa sentire. Perché un’ampia porzione del Carroccio vuole andare in soccorso del premier incaricato, per gestire meglio l’impatto della crisi sui ceti produttivi (ed evitare sorprese sulla legge elettorale).

Dinamiche simili agitano Forza Italia dove i governisti sono chiara maggioranza. "Durante l’incontro con Draghi valuteremo i contenuti e decideremo il da farsi", naviga a vista Antonio Tajani, vicepresidente azzurro. "Abbiamo invocato il governo dei migliori, il capo dello Stato ha incaricato il migliore. Sarebbe assurdo non sostenerlo", rivendica il senatore Andrea Cangini: "Per tutti, questo è il momento di pensare al Paese". Silvio Berlusconi però appare molto cauto. Forse troppo se Renato Brunetta chiede "di convocare gli organi di partito e i gruppi parlamentari per discutere in maniera tranquilla e responsabile la posizione di FI". Esplicitamente a favore di Draghi sono Cambiamo, Noi per l’Italia e Udc.