Mercoledì 24 Aprile 2024

Recovery, la Ue promuove l’Italia In arrivo da luglio i primi 25 miliardi

La nostra pagella uguale a quella degli altri paesi: nove A, il massimo, e una B che riguarda i costi del piano

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di Elena Comelli

Promossi. La "pagella" attribuita da Bruxelles al nostro Piano nazionale di ripresa e resilienza, che dovrà aiutare l’economia italiana a ripartire dopo la crisi pandemica, ma anche eliminare attraverso le riforme i colli di bottiglia che da decenni frenano la crescita italiana, è composta da tutte A, cioè il massimo dei voti, e da una B alla voce Costi, come per gli altri piani approvati finora. Nessun Paese finora è riuscito a rispettare le indicazioni della Commissione sulla definizione dei costi delle misure e quindi le stime si sono perlopiù basate sui costi di misure analoghe, che non hanno convinto la Commissione. I primi a ricevere semaforo verde sono stati mercoledì scorso i piani di Portogallo e Spagna, cui sono seguiti Grecia, Danimarca, Lussemburgo, Austria e Slovacchia.

Oggi sarà la volta dell’Italia: la presidente della Commissione Ursula von der Leyen è attesa a Cinecittà dal presidente del consiglio Mario Draghi (che ieri ha visto Angela Merkel a Berlino), nell’ambito del tour di capitali europee finalizzato a dare il via libera ai vari Pnrr. Si tratta di un evento straordinario, di cui si può ringraziare l’insediamento del governo Draghi e la promessa di un’accelerazione sulle riforme che la Ue pretende. I fondi che saranno messi a disposizione dell’Italia, prima beneficiaria della Recovery and Resilence Facility — lo strumento principale di Next Generation Eu — ammontano a 191,5 miliardi di euro tra sovvenzioni e prestiti, che Roma dovrà impegnare entro il 2023 e spendere entro il 2026. Ma per avere i circa 25 miliardi di pre-finanziamento è necessario il via libera del Consiglio e questo è atteso dall’Ecofin del 13 luglio. Subito dopo i fondi inizieranno ad arrivare.

Il Pnrr italiano prevede un corposo e organico pacchetto di investimenti e riforme, con l’obiettivo di modernizzare la pubblica amministrazione, rafforzare il sistema produttivo e intensificare gli sforzi nel contrasto all’esclusione sociale e alle disuguaglianze, per avviare un percorso di sviluppo economico sostenibile e duraturo, rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni. Il piano viene considerato dalla Commissione in linea con il Green Deal, con il 37% di misure destinate alla transizione verde come chiesto da Bruxelles. Inoltre viene rilevato positivamente che al digitale è dedicato il 25% dei fondi, con misure per la digitalizzazione delle imprese, incentivi fiscali per la transizione 4.0, la banda larga e il sostegno a ricerca e innovazione.

Il piano italiano, spiega Bruxelles, contribuisce ad affrontare in modo soddisfacente le raccomandazioni specifiche della Ue. Per la Commissione il Pnrr italiano "rappresenta una risposta bilanciata e completa alla situazione economica e sociale". Inoltre "rafforza il potenziale di crescita, la creazione di posti di lavoro, e la resilienza economica, sociale ed istituzionale". Le misure poi "non arrecano danni" a tutti gli obiettivi ambientali della Ue e contribuiscono in modo efficace alle transizioni energetica e digitale. Avranno un "impatto duraturo" sull’Italia, che è anche riuscita ad impostare un efficace monitoraggio dell’attuazione del piano, compreso il meccanismo di controllo anti-frodi. La vera sfida per il governo Draghi, però, sarà tradurre in pratica le misure del piano.

"Dobbiamo gettare le basi per una crescita economica duratura e sostenuta, che assieme a politiche di bilancio prudenti sarà cruciale per la riduzione del debito pubblico", ha commentato il ministro dell’Economia, Daniele Franco. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni: "Mantenere gli impegni" sul Pnrr "sarà fondamentale, ma anche difficile". Il commissario, però, è ottimista: "Ci sono condizioni favorevoli con un’ampia maggioranza parlamentare guidata dall’uomo giusto al momento giusto, e cioè Mario Draghi".