Mercoledì 24 Aprile 2024

Rappresaglia francese a Ventimiglia Salvini: "Pugno duro sugli sbarchi"

Parigi rafforza i controlli, lunghe code alla frontiera: "Non prendiamo più migranti da voi". Il governo Meloni alza il tiro e darà battaglia contro le ong. Berlino le difende, muro anche da Madrid

Migration

di Alessandro Farruggia

Dice Antonio Tajani: "Noi non abbiamo nessun problema con la Francia, sono i francesi che hanno un problema con noi". Un grosso problema. I transalpini sono fuori dalla grazia di Dio per la vicenda della Ocean Viking.

"Giorgia Meloni – attacca il portavoce del governo francese, Olivier Veran – è la grande perdente di questa situazione". "Gli italiani – sottolinea Veran – sono nostri amici e nostri fratelli, ma noi denunciano una decisione unilaterale, inaccettabile e ingiusta da parte dell’attuale governo italiano. E l’Italia ne esce perdente perché fruiva di un meccanismo di solidarietà europea, che fa sì che un gran numero di Paesi europei, e in particolare la Germania e la Francia, si impegnino, in cambio dell’accoglienza delle navi in Italia, a prendere degli stranieri". Adesso, dopo lo stop italiano, Parigi si chiama fuori. "L’Italia – ha detto Veran – non mantiene l’impegno fondamentale nel meccanismo di solidarietà europea e allora non manterremo la contropartita prevista, cioè l’accoglienza di 3 mila migranti attualmente sul territorio italiani, di cui 500 entro fine anno". E non solo.

Al confine di Ventimiglia sono scattati i controlli a tappeto dei francesi per bloccare l’ingresso di migranti. Dopo due giorni di verifiche soft, successive all’annuncio del governo Macron dell’invio di 500 uomini ai valichi di frontiera, da ieri mattina sei gendarmi hanno controllato tutti i mezzi in transito e si sono formate lunghe code verso la Francia. Lo stesso dovrebbe accadere da oggi a tutti i valichi italo-francesi. Nel frattempo, almeno 6-7 pattuglie di 6-8 gendarmi sono state schierate sulle colline, lungo i sentieri usati dai migranti. E anche la Spagna, con una nota fatta uscire sabato a tarda sera, sta con Parigi. Tajani parla di "toni esagerati da parte della Francia", ma non c’è da parte sua alcuna marcia indietro. Tantomeno da Salvini che dopo le accuse di sabato ("sulla solidarietà l’Europa batta un colpo") rincara la dose chiedendo linea dura.

"Chi sbaglia, paga. Bene così" scrive su Twitter Matteo Salvini, postando un manifesto che annuncia che il governo "è pronto al pugno duro contro gli sbarchi". "Stretta in vista con multe, sequestri e più controlli", titola Salvini. La linea è chiara. "Non vogliamo che alcune Ong – dice il titolare della Farnesina, su Rai3 – decidano la politica migratoria dell’Europa. Servono regole europee che le Ong devono rispettare: loro dovrebbero salvare le persone in mare, non a fare i taxi. C’è una relazione di Frontex molto chiara in cui si dice che ci sono degli appuntamenti informali in mezzo al Mediterraneo".

L’Italia vorrebbe che l’Europa approvasse qualcosa di simile al codice di condotta varato nel 2017 dall’allora ministro dell’Interno italiano, Marco Minniti, che trovò il sostegno dei Paesi dell’Unione. Ma l’Europa in questa fase non la sposa, almeno non con questi toni: occorrerà lavorarci. A ora non ci sta la Germania, non la Francia. "Nel 2022 – scrive su Twitter Viktor Elbling, ambasciatore della Germania in Italia – sono già oltre 1.300 le persone morte o disperse nel Mediterraneo. Un 12% dei sopravvissuti sono stati salvati dalle Ong. Loro salvano vite laddove l’aiuto da parte degli Stati manca. Il loro impegno umanitario merita la nostra riconoscenza e il nostro appoggio". Siamo lontanissimi dai toni di Meloni e Salvini. Non a caso – dicono sia Palazzo Chigi che la Farnesina e la presidenza francese – al vertice G20 di Bali non è in agenda nessun bilaterale con Macron. Resta il gelo. A parte Grecia, Malta e Cipro, sui migranti siamo soli.