
Uccisi 34 civili, anche dei bambini. Andavano a messa per le Palme. .
Per l’Ucraina è stata una Domenica delle Palme di sangue. Nella mattinata due missili balistici Iskander M/KN-23 hanno colpito la cittadina di Sumy, uccidendo 34 persone, fra cui due bambini, che si stavano recando in chiesa per partecipare alla messa. Oltre 120 i feriti. Il capo dell’intelligence ucraina ha parlato di "crimine di guerra". Il presidente, Volodymyr Zelensky, è stato ancora più schietto, spingendosi a denunciare il ‘terrorismo’ da parte di Mosca. "Solo un bastardo può fare una cosa simile – ha aggiunto – . Il mondo deve rispondere con fermezza: gli Stati Uniti, l’Europa, chiunque voglia che questa guerra e che queste uccisioni finiscano. La Russia vuole esattamente questo tipo di terrorismo e sta trascinando il conflitto". Il capo dell’amministrazione regionale di Sumy, Volodymyr Artyukh, ha spiegato che sui missili balistici che hanno colpito la cittadina erano montante bombe a grappolo proibite da una convenzione entrata in vigore nel 2010 dopo essere stata firmata da 112 Paesi, fra cui, però, non figurano né la Russia né gli Stati Uniti. Secondo Artyukh, la prova dell’utilizzo di quest’arma è data dalla presenza di schegge sui muri. I russi le utilizzerebbero per fare il maggior numero di vittime possibile.
L’attacco su Sumy, stando a quanto ricostruito dall’intelligence di Kiev, è stato lanciato dalle regioni di Voronezh e Kursk con due Iskander che si sono abbattuti intorno alle dieci del mattino sull’area dell’università della città, nel nord-est dell’Ucraina. Il primo missile si è schiantato contro un centro congressi dell’ateneo, il secondo ha centrato un filobus a circa 200 metri di distanza. I danni sono stati ingenti: colpiti almeno 20 edifici, tra cui 4 istituti scolastici, negozi e automobili. Tra i feriti figura una quindicina di studenti. Alcuni di loro erano fuori dal complesso universitario colpito dal raid dove era previsto uno spettacolo teatrale. Le foto e i video diffusi dopo l’attacco hanno mostrato colonne di fumo, passanti in fuga in preda al panico e veicoli fare retromarcia per allontanarsi dal pericolo in seguito ai due boati. Giornalisti sul posto hanno visto corpi coperti da lenzuola argentate disseminati nel centro della città, mentre i soccorritori erano impegnati a scavare tra le macerie di un edificio e a trasportare i feriti negli ospedali.
Dall’Unione europea la condanna è ferma e unanime, con la Svezia che ha chiesto di aumentare la pressione sulla Russia per farla cedere. L’Alto rappresentante per la Politica estera europea, Kaja Kallas, ha parlato di "scene strazianti" e ha sottolineato come la Russia stia intensificando gli attacchi anziché ridurli per facilitare i negoziati.
Sulla stessa linea la premier Giorgia Meloni: "Nel giorno sacro della domenica delle Palme, a Sumy si è consumato un altro orribile e vile attacco russo, che ha causato ancora una volta vittime civili innocenti, tra cui anche bambini". Si tratta di "violenze inaccettabili che contraddicono ogni reale impegno di pace, promosso dal presidente Trump e sostenuto convintamente dall’Italia, insieme all’Europa e agli altri partner internazionali". "Un attacco schifoso – scrive sui social Guido Crosetto, ministro della Difesa –. Questa è la tregua che ha in mente Putin? Questa è la sua idea di pace? Probabilmente sì. Ed è la stessa dei suoi tanti alleati italiani: la pace che si raggiunge con la sconfitta, la morte o la resa incondizionata degli avversari".
Il raid è avvenuto ad appena 48 ore dalla visita dell’inviato Usa, Steve Witkoff, a Mosca. È stato il più letale degli ultimi mesi e aveva come obiettivo i civili. Segno che il Cremlino, almeno per il momento, è intenzionata a ignorare gli avvertimenti del presidente americano, Donald Trump, che proprio due giorni fa aveva consigliato alla Russia di darsi una calmata e accettare le condizioni poste per la fine del conflitto. Per Keith Kellogg, inviato speciale degli Stati Uniti per Russia e Ucraina, "l’attacco delle forze russe su target civili a Sumy ha superato i limiti della decenza".
Marta Ottaviani