Giovedì 2 Maggio 2024

Raffica di vincite, il ’mago’ delle slot nei guai

Giovane informatico è accusato di frode: scopriva le password delle macchinette e giocava quando sapeva che avrebbe vinto

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di Roberto Damiani

Sapevate che le slot machine hanno l’obbligo di far vincere ogni tanto i giocatori? Bene, conoscere a che minuto, in quale bar e dove scatta la vincita era il lavoro di Danilo Madonna, 36 anni, di Tavullia. A casa aveva 40 computer collegati con altrettante macchinette di cui sapeva tutto grazie alla complicità di qualche dipendente di aziende gestiscono le slot machine. Avendo ottenuto clandestinamente la password per ’controllare’ le macchinette e il momento magico delle vincite, Danilo partiva in tempo per arrivare alla macchinetta indicata, che si trovava nel raggio di 80 chilometri, entrava, si fingeva un giocatore e vinceva alla prima mano dai 100 euro ai 500 euro. Poi cambiava le monetine al bancone, ringraziava e salutava. Così, da anni.

Lo hanno pizzicato per primi, già nel 2019, grazie ad un informatore, quelli de Le Iene, che sono tornati sulle sue tracce l’altra sera svelando l’attività vera del 36enne, tanto da seguirlo nelle sue trasferte a colpo sicuro in Romagna per riscuotere al momento preciso e nelle macchinette specifiche le varie vincite che cadevano puntuali nelle sue tasche.

La Guardia di finanza di Pesaro aveva già messo gli occhi su di lui ed è piombata a Tavullia quando la troupe de Le Iene si trovava ancora lì. Le fiamme gialle hanno prelevato dalla casa non meno di 40 pc e vari supporti informatici oltre a decine di telefonini. Madonna è indagato per frode informatica e accesso abusivo ai sistemi informatici delle aziende di slot machine. Secondo gli inquirenti (ad indagare per competenza è la procura distrettuale di Ancona) è stato trovato "un vero e proprio laboratorio informatico da cui l’indagato controllava le vincite delle slot machine in tutta Italia. L’uomo, attraverso password illecitamente acquisite, accedeva al portale di alcune società concessionarie che forniscono macchinette da gioco ai vari locali dislocati in molte parti del territorio nazionale e riusciva a conoscere il “fine ciclo” degli apparecchi, cioè il momento della sicura vincita.

In tal modo, avendo conoscenza dell’apparecchio che avrebbe elargito la vincita, nonché il momento in cui avrebbe potuto riscuoterla, l’uomo si recava sul posto – direttamente o ad opera di altri soggetti alle “sue dipendenze” – ed utilizzava le slot machine come veri e propri bancomat, determinando, come conseguenza immediata, l’impossibilità di altri soggetti di ottenere anche la più piccola vincita in denaro. Nella soffitta, il 36enne aveva 40 personal computer tra pc portatili e fissi, tutti connessi alla rete, da ciascuno dei quali venivano controllate le slot machine collocate in diverse regioni d’Italia. Tutto il materiale è stato sottoposto a sequestro.

Secondo l’ipotesi investigativa, Danilo Madonna avrebbe potuto incassare fino a 50mila euro al mese. Soldi che non sono stati trovati né a casa né in banca. Ultimo dettaglio: per il momento nessuna azienda di slot machine ha sporto denuncia contro di lui. Dopotutto, ai loro occhi, il 36enne di Tavullia si è "solo" sostituito scientificamente ai vincitori potenziali. Perché quei soldi sarebbero comunque usciti dalle slot.