Venerdì 26 Aprile 2024

Quella mail di sette giorni fa "Attenti, lì sta per crollare tutto"

L’ex sindaco di Casamicciola aveva chiesto alle autorità di evacuare le case prima della frana

di Nino Femiani

ISCHIA (Napoli)

"Il 22 novembre ho spedito 23 pec. Ven-ti-tré, capisce. A tutti, dal Prefetto alla Regione, dalla Città metropolitana alla Protezione civile. Agli uffici che conosco bene perché sono stato sindaco di Casamicciola Terme agli inizi degli anni ’90 e ingegnere in Regione Campania fino alla pensione. Nessuno ha risposto a quelle mail in cui chiedevo di evacuare le persone in coincidenza con l’allerta arancione diramata. Quei poveretti si potevano salvare? Certo, se le autorità preposte fossero state previdenti". A parlare è Giuseppe Conte, 75 anni, che qui sull’isola chiamano "l’ingegner Peppino". Una manciata di giorni prima dell’alluvione ha inoltrato un warning. "Questa era solo l’ultima segnalazione perché già tante altre volte avevo detto: attenti qui frana tutto, qui finisce male".

Perché temeva il peggio?

"Le alluvioni, a partire da quella del 1910, sì più di un secolo fa, fino alla frana del 2009, hanno colpito sempre la stessa zona, su quel versante dell’Epomeo. Ma nel 2009, allora ero consigliere comunale, gli interventi necessari e auspicati non sono stati fatti. C’erano i fondi, circa 3,5 milioni, fu nominato un commissario straordinario, c’era un progetto che prevedeva la pulizia degli alvei e il consolidamento dell’area a monte dell’abitato. I soldi sono stati dirottati su punti meno importanti".

E gli interventi sulle aree più sensibili?

"Mai fatti".

C’è stata un’avvisaglia prima dell’alba del 26 novembre?

"Sì, ci fu una frana che avrebbe dovuto far scattare l’allarme. Nella mia pec ho scritto questo: nella notte del 13 febbraio 2021 si verificava presso il vallone ‘La Rita’ il crollo di uno degli storici stabilimenti termali per cui la Protezione Civile regionale insieme al Soccorso Alpino e Speleologico della Campania hanno ispezionato il canale tombato, ostruitosi a seguito degli evidenti crolli. I tecnici hanno riscontrato l’esistenza di una situazione catastrofica e la possibilità di ulteriori crolli e l’urgenza di ripulire l’alveo sia dalla vegetazione, sia dall’immondizia e dai blocchi di materiale solido".

Quindi si sapeva da un anno e mezzo che l’acqua che veniva giù da monte Epomeo non aveva vie di fuga.

"Era noto che gli alvei erano ostruiti, che le ‘briglie’ realizzate un secolo prima per ‘frenare’ la furia delle acque erano fuori gioco. La tragedia era nell’aria, era solo questione di tempo".