Venerdì 26 Aprile 2024

Qatargate, choc in Europa "Democrazia sotto attacco" Ombre sulla Commissione

Nel mirino il vicepresidente: elogiò Doha durante una missione nel Golfo. Sequestrati altri 17mila euro nella casa di Panzeri nella Bergamasca

di Ettore Maria Colombo

Il Qatargate è solo agli inizi. La polizia belga ha sequestrato i pc di dieci assistenti parlamentari. Alla Kaili sono stati sequestrati 750mila euro in contanti, 600mila nella valigia del padre e 150mila nelle borse di lusso che aveva in casa. Sequestrati altri 17mila nella casa dell’eurodeputato Antonio Panzeri a Calusco d’Adda (Bergamo) e convalidato l’arresto, ai domiciliari, di Maria Dolores Colleoni e Silvia Panzeri, moglie e figlia dell’ex eurodeputato. Per il giudice della Corte d’appello di Brescia, non esistono "cause ostative alla consegna" delle due donne al Belgio. Domani per le quattro persone agli arresti (Eva Kaili, Antonio Panzeri, Francesco Giorgi e Nicolò Figà-Talamanca) ci sarà la prima udienza.

Ma la pressione dello scandalo comincia a sfiorare anche la Commissione europea, dove in particolare il vicepresidente, Margaritis Schinas (greco), è accusato di aver avuto rapporti troppo buoni con il Qatar. Il suo viaggio nei Paesi del Golfo a novembre, in cui sottolineava i progressi sulle riforme e, in un ristorante di Abu Dhabi, incontrava la Kaili, è finito sotto la lente. La presidente Ursula von der Leyen, in conferenza stampa convocata su altro, ha dovuto placare le polemiche dei giornalisti che l’accusavano di evitare domande scomode. Per poi ammettere che il Qatargate è "questione grave e preoccupante". Infine, alle 20, al terzo piano della sede del Parlamento Ue, un gruppo di agenti della polizia giudiziaria belga ha perquisito decine di uffici. Avevano già posto i sigilli in alcuni locali dove si trovano gli uffici degli eurodeputati belgi Marc Tarabella e Maria Arena, o quelli degli assistenti di altri parlamentari come Alessandra Moretti. Al decimo piano sono stati sigillati altri tre uffici, tra cui quelli della vicepresidente Eva Kaili (S&D) e del compagno Francesco Giorgi, assistente dell’eurodeputato Pd Andrea Cozzolino.

Nel frattempo si teneva la plenaria, ma nell’altra sede del Parlamento, a Strasburgo. Qui è andata in scena la rabbia. "Se la mia collera, il mio dolore non dovessero trasparire, vi assicuro che sono ben presenti", è stata la premessa della presidente Roberta Metsola, davvero furibonda. Rivolgendosi a un’Aula scioccata e infuriata, Metsola non ha sminuito le dimensioni dello scandalo: "Il Parlamento Ue è sotto attacco; la democrazia europea è sotto attacco; e il nostro modo di essere società aperte, libere e democratiche è sotto attacco", ha aggiunto. Ma, ne è sicura la leader maltese, "i loro tentativi sono falliti".

Metsola ha chiesto un colpo di reni dell’Assemblea per uscire più forti dallo scandalo: la vice-presidente Kaili, sospesa, oggi sarà rimossa dalla vicepresidenza; i negoziati per la liberalizzazione dei visti (con Qatar e Kuwait) tornano in alto mare. E ancora: "Non ci sarà impunità, nessuna". Il gruppo S&D, il più colpito dalla indagine, ha espulso Kaili e chiesto la sospensione di Tarabella. Gli altri eurodeputati coinvolti (tramite gli assistenti) hanno dovuto lasciare gli incarichi: Pietro Bartolo non sarà più relatore ombra; Arena rinuncia alla presidenza della sottocommissione Diritti umani; Cozzolino a responsabile S&D per le urgenze. Una vera decimazione.