Lecco, 22 gennaio 2015
«Nessun guasto meccanico». É la conclusione a cui è giunto l’ingegner Massimo Bardazza (già consulente per la strage di Erba) incaricato dal sostituto procuratore di Lecco Cinzia Citterio di valutare le condizioni del Cessna 172 precipitato, nel giugno 2013, nei boschi della Valvarrone sopra Premana.
Analizzando ciò che resta dell’idrovolante in cui morirono carbonizzati il pilota Pietro Brenna, 33 anni di Como e marito e moglie di Abbadia Lariana, Franco Gianola e Adele Croci, il consulente del pm ha ribadito che il Cessna 172 decollato la mattina del 9 giugno scorso dall’hangar di Como era in perfette condizioni e pertanto è «da escludere qualsiasi causa meccanica dell’impatto.
Nella sua conculenza però Bardazza non si addentra in altre considerazioni su quali possano essere state le cause dello schianto del veivolo che, secondo l’unico e diretto testimone, tocco la sommità di alcuni alberi pochi istanti prima di precipitare.
E così si fa strada ancor di più l’altra ipotesi presa in considerazione dagli inquirenti subito dopo la tragedia, ovvero l’errore umano dello stesso pilota che quella mattina afosa si era forse addentrato in una zona troppo angusta per quel mezzo.