Mercoledì 24 Aprile 2024

"Porte aperte alle forze civiche E spazio ai delusi di centrodestra"

La numero due del Pd Irene Tinagli delinea le alleanze possibili dopo la fine del ’campo largo’

Migration

di Alessandro Farruggia

"Far cadere il governo Draghi è stato irresponsabile e oltretutto assolutamente inutile, perché a primavera ci sarebbero state le elezioni. Purtroppo alcuni partiti hanno fatto valutazioni tattiche nel loro interesse e sulla pelle degli italiani. Qualunque sia stato il calcolo, è stato un atto grave ai danni del Paese". Così Irene Tinagli, economista, eurodeputata e vicesegretaria del Pd.

La scelta dei pentastellati ha gelato e spiazzato il Pd. Il “campo largo“ ormai è il passato?

"Chiaro che quelli di mercoledì sono fatti gravi e dai quali non possiamo prescindere. La scelta di M5s richiederà un cambio di strategia da parte nostra. Il segretario è stato chiaro. E di questo si occuperà la Direzione, la prossima settimana".

E con il resto del campo largo?

"Adesso lavoriamo come Partito democratico che, di fatto, si è dimostrato il solo grande partito che si è assunto la responsabilità di tutelare l’interesse del Paese in un momento drammatico come quello che viviamo. Questo è il punto da cui partire. parlare al paese da grande forza responsabile. Si parte dal Pd".

Il sindaco di Firenze Nardella dice che sarebbe saggio allearsi con le forze civiche. Dopotutto il territorio è un vostro punto di forza...

"Noi già da un anno stiamo dialogando con le forze civiche. Questa è stata una delle chiavi del nostro successo alle amministrative, sia quelle di qualche mese fa sia alle più recenti. Quindi sì, sono molto d’accordo con lui".

Nel determinare la caduta di Draghi è stata maggiore la responsabilità da Cinque Stelle o del centrodestra?

"Non mia appassiona fare una classifica. È responsabile chi non ha votato la fiducia, punto. Una responsabilità grave, che va condivisa in maniera eguale tra Lega, Forza Italia e Cinque Stelle".

Si parla molto della nascita di una area di centro, che qualcuno chiama ’area Draghi’. È possibile che le varie e litigiose anime del centro possano mettersi d’accordo e creare un soggetto unico? E per il Pd che cosa significa?

"È un lavoro che mi sembra quasi perenne, ma trovo un po’ prematuro poter dire se avranno successo. Le uscite da Forza Italia segnalano in quel partito un malessere rispetto alla scelta di far cadere Draghi. Ma più ancora mi preoccupo del malessere di milioni di cittadini, di piccoli imprenditori, di commercianti, che avevano dato fiducia al centrodestra, e che ora son stati traditi da quell’area politica. Credo che il Pd debba dare attenzione a questo pezzo di paese che ora si sente tradito e senza rappresentanza politica".

Da un punto di vista dell’impatto sull’economia, che significa la fine del governo Draghi?

"Potenzialmente si prospetta una situazione difficilissima per l’Italia. È molto probabile che non riusciremo ad avere la prossima tranche del Pnrr perché per averla dovremmo completare una lunga lista di riforme e di traguardi e obiettivi che ora paiono molto difficili da raggiungere, tra elezioni e nascita del nuovo governo. Però non è solo quello. A seconda della maggioranza che si formerà ci giocheremo non solo la prossima rata ma il futuro del Pnrr e con questo la credibilità dell’Italia in tutti i campi. Inoltre in autunno avremo tantissimi tavoli europei nei quali ci sarà bisogno di una Italia autorevole, capace di negoziare e in grado di mantenere fede agli impegni. Questa capacità sarà fondamentale per la nostra economia perché avrà un impatto sullo spread, sui tassi di interesse, sul costo della vita, sulla capacità ci contenere l’inflazione. Ci riguarda tutti. Per questo l’esito delle prossime elezioni è così rilevante".