Giovedì 25 Aprile 2024

Per Erdogan la sfida più dura Curdi decisivi

Marta

Ottaviani

Questa volta l’opposizione turca ci prova sul serio. Alle elezioni contro il presidente Recep Tayyip Erdogan schiererà il tridente migliore possibile, con il capo del Partito Repubblicano, Kemal Kilicdaroglu che ha cercato di dare vita a una minoranza più inclusiva e iI sindaco di Ankara e Istanbul, Mansur Yavas e Kemal Imamoglu, che hanno già battuto i candidati scelti dal presidente alle amministrative del 2019. Per Erdogan si tratta del test più duro di sempre. Non solo il presidente è nell’occhio del ciclone per le polemiche seguite al destavante terremoto del 6 febbraio scorso, costato la vita a oltre 46mila persone solo nel sud-est della Turchia. L’economia, da sempre il suo fiore all’occhiello, arranca, con un’inflazione che è arrivata a sfiorare l’80% e la moneta nazionale pesantemente svalutata su euro e dollaro. Ma soprattutto, per la prima volta, si trova di fronte un candidato appoggiato dalla gran parte dell’opposizione, ossia i sei partiti che compongono la Coalizione della Repubblica e che al loro interno contengono anime molto diverse fra di loro. Il vero dubbio è cosa farà ora il partito curdo, che di solito schiera un proprio nome, ma che potrebbe suggerire alla minoranza da oltre 15 milioni di persone, di convergere sul nome di Kilicdaroglu.

Questa sarebbe la vera svolta e renderebbe la presidenza della repubblica numericamente contendibile. Erdogan sente il fiato sul collo ed è partito al contrattacco, dichiarando che la sua campagna elettorale sarà dedicata unicamente alla ricostruzione della Turchia devastata dal terremoto, lasciando intendere che i contendenti sono troppo divisi dalle beghe di partito e che lui rappresenta ancora la migliore scelta per il futuro della Turchia. Bisogna vedere se il suo popolo è pronto a dargli nuovamente fiducia e soprattutto se il voto si svolgerà in modo trasparente.