Giovedì 25 Aprile 2024

Palamara, definitiva l’espulsione dall’Anm "Le nomine? Sempre decise con la politica"

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Ormai è definitivo. Luca Palamara è fuori dall’Associazione nazionale magistrati, di cui è stato presidente negli anni dello scontro più duro delle toghe con il governo Berlusconi. L’assemblea delle toghe, riunita a ranghi ridotti (poco più di un centinaio i presenti a fronte di 7mila iscritti) ha respinto il suo ricorso contro l’espulsione per gravi ragioni del codice etico che era stata decretata il 20 giugno scorso dal Comitato direttivo centrale dell’Anm. A nulla è valsa l’autodifesa del pm romano, sospeso dalle funzioni e dallo stipendio e imputato a Perugia per corruzione, che aveva assicurato di non avere mai "venduto" il suo ruolo di magistrato e di non sentirsi "moralmente indegno", nonostante gli errori commessi. "Il confronto con la politica sulle nomine è sempre esistito" si è difeso. "Quello all’hotel Champagne non era un incontro clandestino" ha spiegato, riferendosi alla riunione in cui si parlò di nomine (in particolare del nuovo capo dei pm di Roma) alla quale, il 9 maggio 2019 parteciparono, oltre a Palamara e a 5 togati del Csm poi dimessisi, i deputati Luca Lotti e Cosimo Ferri.