
Alatri, fiaccolata per Emanuele Morganti (Ansa)
Alatri, 4 aprile 2017 - Mentre si continua a indagare sull'omicidio di Alatri, fa notizia la decisione delle autorità di sequestrare le armi in casa di parenti e amici di Emanuele Morganti. Dopo la barabra uccisione del 20enne, nella cittadina è salita la tensione. Tanto che le famiglie dei due fermati (Castagnacci e Palmisani) sono state costrette a lasciare il paese e le forze dell'ordine hanno aumentato i servizi di pattugliamento in zona. Ora, due giorni dopo i funerali, la decisione di Prefettura di sottrarre le armi alle persone vicine alla vittima, presa in via del tutto precauzionale e in accordo con carabinieri e polizia, per evitare eventuali vendette nei confronti degli indagati a piede libero e dei loro parenti. Ma è un atto dovuto, si precisa. Non ci sono state minacce di ritorsioni.
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Nel frattempo ad Alatri è stata svuotata la fontana presente in piazza Regina Margherita davanti all'ingresso della discoteca Mirò, dove è avvenuto il pestaggio. I carabinieri e i colleghi del Ris cercavano l'arma che ha ucciso Emanuele. Ricerca che si è rivelata infruttuosa.
Proseguono gli accertamenti finalizzati a raccogliere elementi che possano servire a dare un quadro probatorio più chiaro a questa terribile vicenda. Gli interrogatori di tutti gli indagati - otto in tutto - sono stati spostati a data da destinarsi. Questo perché la Procura al momento intende dare priorità alla ricostruzione materiale dei fatti e non a quella verbale.
Restano in carcere, per omicidio volontario aggravato dai futili motivi, i due fratellastri Mario Castagnacci e Paolo Palmisani.