Venerdì 26 Aprile 2024

Nuovo virus dai maiali, paura senza fine. Gli scienziati: si rischia un’altra pandemia

Scoperto in Cina l’ennesimo morbo influenzale: non esistono cure specifiche, né profilassi. Dubbi su possibile salto di specie. I medici avvertono: "Resta fondamentale la vaccinazione di massa in autunno. Si può scongiurare una seconda emergenza"

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Come se non bastasse il Sars-Cov-2, ecco che un nuovo virus alza la cresta in questi giorni in Cina. Simile all’influenza H1N1, definito da molti imprevedibile, è un lontano parente dell’agente eziologico dell’influenza del 2009. Uno studio realizzato nel Paese asiatico sostiene che questo agente infettivo, ospite intermedio nei maiali, potrebbe mutare e diffondersi da persona a persona innescando un focolaio globale, una pandemia di cui nessuno di questi tempi vorrebbe nemmeno sentir parlare.

Secondo gli autori della ricerca, pubblicata su Proceedings of National Academy of Sciences, questo virus necessita di uno speciale monitoraggio negli allevamenti suini, coinvolgendo nello screening i lavoratori del settore. Ma questo nuovo ceppo di influenza avrebbe il potenziale per scatenare una nuova pandemia? Se dovesse fare il salto di specie, l’umanità già alle prese con il Covid-19 verrebbe ulteriormente spiazzata. "Non abbiamo difese contro questo virus denominato G4 EA H1N1 – ha dichiarato Giorgio Palù, past president della Società europea di virologia –, inoltre questo nuovo virus riconosce il recettore umano, quindi sarebbe in grado di infettare le nostre cellule. Ha pertanto un potenziale pandemico. I ricercatori hanno anche trovato allevatori che avevano sviluppato degli anticorpi".

Sappiamo che gli anticorpi contro il virus di undici anni fa non riconoscono questo nuovo microscopico inquilino, sono incapaci di neutralizzare la minaccia. Per questo sarebbe opportuno giocare d’anticipo alla ricerca di farmaci, vaccini, rimedi specifici.

Ma alla fine, dobbiamo avere paura di una sovrapposizione tra influenza e Covid? "I virus dell’influenza aviaria li conosciamo – spiega il professor Claudio Mastroianni, ordinario di malattie infettive alla Sapienza, Università di Roma –, il maiale funge da ospite intermedio. Questo studio cinese identifica una nuova variante in cui c’è ricombinazione di un ceppo che circola negli uccelli con l’H1N1 della cosiddetta influenza suina. Nello studio hanno valutato l’esposizione degli allevatori senza peraltro documentare alcuna malattia. In genere nella stragrande maggioranza dei casi, questi virus rimangono confinati nell’animale. Nulla può escludere il salto di specie, ma per ora è stata scongiurata la trasmissione da uomo a uomo".

Vaccinazione antinfluenzale a tappeto e sorveglianza veterinaria. Sono le due raccomandazioni che suggerisce Marco Tinelli, medico specialista consigliere nazionale della Società italiana malattie infettive (Simit). "Siamo già alle prese con la pandemia da Coronavirus e in Italia attraversiamo decisamente una fase di ammorbidimento – rassicura Tinelli –. Le notizie dai Paesi asiatici mi fanno pensare piuttosto all’importanza di eseguire in autunno una campagna di vaccinazione contro l’influenza. Dobbiamo evitare di confondere un virus con l’altro. Già in gennaio c’era incertezza, vedevamo dei casi gravi di polmoniti praticamente inspiegabili, in realtà era già Covid. Ecco perché raccomando un’adesione in massa alla prossima campagna di vaccinazione antinfluenzale".

Altra considerazione da farsi "è che in Italia abbiamo uno dei migliori sistemi di sorveglianza veterinaria del mondo – chiosa Tinelli –, conosciamo in tempo reale quello che succede adesso negli animali di allevamento, quindi nessuna criminalizzazione nei confronti della filiera dei consumi di carne suina, ma senza mai abbassare la guardia".