Mercoledì 24 Aprile 2024

"Non possiamo combattere per Kiev" Stati Uniti e Nato hanno le mani legate

Il presidente Biden è consapevole che un intervento armato nel Paese scatenerebbe la Terza guerra mondiale. L’Alleanza atlantica rafforza i contingenti nei Paesi baltici. Ma altre mosse per fermare Mosca sono impensabili

di Giampaolo Pioli

Per il presidente americano Biden non sono solo sanzioni. "Vladimir Putin – dice – ha respinto ogni offerta di dialogo. È l’aggressore ed è lui che ha scelto questa guerra. C’è una completa rottura ora nelle relazioni fra Stati Uniti e Russia. Il suo è un attacco ingiustificato che provocherà perdite di vite e sofferenze catastrofiche. Le ambizioni di Putin sono più ampie dell’Ucraina. Il presidente russo ha una visione sinistra per il futuro del nostro mondo e diventerà un paria sulla scena internazionale". Molto teso e sulla difensiva, Biden si è rivolto ieri all’America, preannunciando giorni dolorosi per tutti dopo l’attacco della Russia all’Ucraina. Sa che non può intervenire militarmente in Ucraina altrimenti si scatenerebbe una vera e propria III Guerra mondiale. Quello che può fare è blindare i Paesi della Nato più prossimi alla linea di fuoco ed è quello che ha fatto. Non a caso il capo della Casa Bianca ha riunito nuovamente il consiglio per la sicurezza nazionale. Oltre a parlare con i leader del G7, ha annunciato il dispiegamento di altri 7500 soldati nelle repubbliche baltiche che si vanno a sommare agli 8.500 già mobilitati nei giorni scorsi per garantire la massima potenza difensiva dell’Alleanza.

Elicotteri d’attacco, mezzi pesanti, missili e sofisticati sistemi di contraerea oltre ad ingenti carichi di munizioni e migliaia di soldati stanno raggiungendo le zone di confine ma soprattutto i Paesi di frontiera con la Russia, in particolare Polonia, Lituania, Estonia, Lituania, ma anche la Bulgaria e la Romania. Non si può fare altro, il senso di impotenza si percepisce anche nelle parole del segretario della Nato, Jens Stoltenberg: "Il momento è grave, la guerra è in Europa, ma le nostre truppe non andranno a combattere in Ucraina. Non stiamo pianificando un invio di forze, la nostra rimane una posizione assolutamente difensiva ma stiamo rafforzando il fianco est dell’Alleanza che è stata imbottita di truppe in questi giorni. Il nostro non è un supporto militare diretto, ma Mosca non ci attaccherà perché la nostra Alleanza è più forte".

Più di 100 jet e 150 navi stanno monitorando, ma sarebbe più corretto dire pattugliando i confini da Bucarest a Tallin e gli aerei della Nato Early Warning and Control Forces, staccatisi dalla base tedesca di Geilenkirchen sorvolano le zone in attesa che il summit della Nato previsto per oggi dia le ultime indicazioni operative e raccolga le adesioni finali anche in termini di uomini e di mezzi dopo che Paesi come Finlandia, Svezia,Georgia hanno dichiarato di prender parte all’incontro virtuale dell’Alleanza e di non considerare compromessi con Mosca, oltre a disconoscere le due province ribelli dichiarate unilateralmente indipendenti da Putin.

Mentre le capitali europee si interrogano sull’efficacia della risposta unitaria basata solo sulle sanzioni e sul riposizionamento delle truppe Nato, al Palazzo di Vetro si fa strada una risoluzione di dura condanna dell’invasione russa che verrà messa ai voti oggi. Minacciata nella sua efficacia dallo scontato veto russo, la risoluzione Onu però col consenso di tutti gli altri 13 Paesi e la probabile astensione di Pechino diventerà la fotografia del pressochè totale isolamento del Cremlino e del suo leader. In serata c’è stata una telefonata fra il presidente francese Macron e Putin. Il primo ha chiesto al secondo d’interrompere le operazioni militari, lo zar ha dato le sue spiegazioni. I due resteranno in contatto. Un filo di diplomazia ancora resiste.