Mercoledì 24 Aprile 2024

Niente quarantena con la terza dose Ma tornano gli stadi pieni al 50%

In Cdm ok alla riduzione dell’isolamento per chi è vaccinato. Omicron corre, sfiorati i 100mila nuovi positivi

di Antonella Coppari

Il quadro parla da solo: 98.020 i contagiati, 136 morti e tasso di positività al 9.5%. Due anni fa, cifre simili sarebbero suonate come l’istantanea di una catastrofe. Oggi non pare così tragica, ed il motivo è semplice: il virus è più contagioso, però meno letale. Il governo lo insegue cambiando un po’ registro con il decreto approvato ieri sera al termine di una giornata scandita da riunioni, confronti e liti. Contiene misure che da un lato introducono nuove strette con l’estensione del Super Green pass dal 10 gennaio alla fine dello stato di emergenza dai trasporti agli alberghi e la riduzione della capienza degli impianti all’aperto (stadi compresi) al 50%, e al 35% al chiuso. Dall’altro però ci sono regole che allentano le quarantene. È solo un primo intervento, dicono a Palazzo Chigi: agli inizi dell’anno dovrebbe arrivare una nuova stretta sui lavoratori, cui ieri si è opposta la Lega.

Dunque il dado è tratto: per chi ha fatto la terza dose ma anche per i vaccinati due volte da meno di quattro mesi viene cancellato l’isolamento in caso di contatto con un positivo: dovranno controllare di non sentirsi male con l’obbligo di indossare la mascherina Ffp2, il cui prezzo – la promessa del governo – sarà calmierato – per i 10 giorni successivi all’esposizione. A chi presenta sintomi viene prescritto di effettuare un test antigenico rapido o molecolare dopo 5 giorni dall’esposizione con un contagiato. Non basta, incalza la ministra renziana Elena Bonetti: " Abbiamo ridotto la quarantena per chi ha il completamento del ciclo vaccinale ma con l’ultima dose da più di 120 giorni a 5 giorni". Nessun cambiamento, invece, per i non vaccinati che, dopo un contatto con un positivo, dovranno fare 10 giorni di isolamento. Il giro di vite per chi non è immunizzato passa per l’estensione del Super Green pass.

Le nuove misure rispecchiano la strategia italiana già applicata con successo, che sacrifica l’obbligo vaccinale – rilanciato da Pd e FI – e opta per il certificato rafforzato, forma costrittiva meno esplicita. Oggetto di scontro nel governo, ma attriti ci sono stati anche sulle quarantene. Il ministro Speranza spingeva perché fosse avallato il parere del Cts più restrittivo (azzeramento dell’isolamento per contatto con positivo solo per chi lavora nei servizi pubblici essenziali), mentre i Governatori erano contrari all’obbligo di tampone dopo 5 giorni, inizialmente previsto dall’esecutivo, per coloro cui veniva meno la quarantena in quanto avevano completato il ciclo vaccinale.

Le norme approvate effettuano un cambiamento profondo nel quadro sanitario. Di fatto, il governo sembra considerare superata la fase pandemica che imponeva strumenti draconiani e inizia a fronteggiare una fase invece endemica nella quale più che aggredire il virus è necessario trovare il modo di conviverci forse per un lungo periodo. Senza debellare l’economia perché il problema è proprio questo. Da sottolineare che tutto il governo si è trovato d’accordo sull’esigenza di calmierare il prezzo delle mascherine Ffp2, il cui utilizzo oramai è obbligatorio in tantissime situazioni: la struttura commissariale è incaricata del compito di stringere convenzioni con le farmacie.